“Quando a maggio sono scoppiate le proteste, la strada è stata distrutta. Ho deciso allora che avremmo dovuto chiudere con le assi di legno”. Alex Provenzano è titolare di un salone di bellezza vicino McPherson Square, non lontano dalla Casa Bianca. Lui, come altri negozianti di Washington Dc e degli Stati Uniti, ha deciso di installare barriere agli ingressi per paura di tumulti in strada come quelli dei mesi scorsi in cui numerose attività sono state danneggiate. Precauzioni prese anche dalla stessa White House, che è stata di nuovo circondata dalle stesse protezioni installate durante le proteste della scorsa estate. Un segno di come la stessa l’amministrazione Trump si stia preparando a possibili disordini e proteste post elettorali.
La tensione è alta, sia nella capitale che in altre città del Paese. Il timore è che scoppino violenze nelle strade nel caso in cui si Trump disconosca il risultato del voto o, più probabilmente, si proclami vincitore ben prima della fine degli scrutini che, visto il ricorso senza precedenti all’early voting, potrebbero durare giorni. Ma al contrario, secondo un sondaggio della Suffolk University, tre elettori su quattro ritengono che possano esserci violenze se dovesse vincere Joe Biden. E anche le forze di sicurezza sono in allerta in vista di una possibile nuova ondata di incidenti dopo quella legata all’omicidio di George Floyd a Minneapolis. “Quando a maggio sono scoppiate le proteste, la strada è stata distrutta – racconta ancora Provenzano a Usa Today -. Ho deciso allora che avremmo dovuto chiudere con le assi di legno”.
Ampie aree del centro di Washington somigliano alle città costiere che si preparano all’arrivo di un potente uragano. L’esterno di alberghi, caffetterie e ristoranti è completamente ricoperto di compensato, con alcune barriere improvvisate che si estendono per quartieri interi. Su K Street, ad esempio, le vetrine del negozio A-1 Wines & Liquor sono protette da pannelli di legno. Lo store manager, Nitish Thiruchuri, ha spiegato che nei mesi scorsi ci sono stati saccheggi e danni per almeno 200mila dollari.
Sebbene le autorità sostengano di non essere a conoscenza di minacce credibili di violenza durante o dopo il giorno delle elezioni, in tutti gli Stati Uniti, imparata la ‘lezione’ di quanto accaduto dopo l’omicidio Floyd, ci si prepara per possibili atti vandalici. A Chicago, il sindaco Lori Lightfoot ha esortato i suoi concittadini a manifestare senza provocare incidenti dopo l’Election Day. “Non abbiamo il diritto di sfogare la nostra frustrazione, la nostra rabbia, su qualcun altro”, ha detto in conferenza stampa. “Ci sarà tolleranza zero per la criminalità. Il messaggio – ha aggiunto il capo della polizia David Brown – è non saccheggiate Chicago”. Nella più grande città del Midwest decine di attività commerciali lungo Magnificent Mile, la via dello shopping, e in tutta l’area centrale del Loop non hanno rimosso le barriere temporanee messe durante l’estate, quando la città ha assistito a due notti di saccheggi. Shain Jenkins, manager di Compton Lumber and Hardware vicino al centro di Seattle, ha dichiarato che la domanda di compensato è aumentata di quasi il 40% nelle ultime due settimane con le voci di possibili incidenti. “Gli affari sono decisamente in crescita, ma non è il tipo di attività che non vedi l’ora di fare”, ha aggiunto.
La tensione è alta anche a Portland, dove per mesi sono proseguite ininterrottamente le proteste degli attivisti del Black Lives Matter. Qui i commercianti hanno installato cancelli di metallo per evitare furti anche se le vetrine dovessero venire infrante.
A Los Angeles, decine di attività in centro sono già state protette in seguito ai disordini scoppiati dopo le vittorie dei Lakers e dei Dodgers dei rispettivi campionati, con i festeggiamenti trasformati in rivolte e scontri con la polizia. A La Brea Avenue e Sunset Boulevard assi sulle vetrine dei negozi in previsione degli incidenti. Anche i commercianti di Santa Monica prendono precauzioni e la famosa Rodeo Drive di Beverly Hill, sede di molte boutique di lusso, sarà chiusa per due giorni a partire da domani.
Pure a New York è alto il timore di incidenti. Nel quartiere alla moda di Soho, a Manhattan, le vetrine dei negozi di fascia alta sono state sbarrate. Il flagship store di Macy, saccheggiato durante i disordini per Floyd, è stato chiuso. In una lettera ai titolari di attività commerciali, il dipartimento di polizia di Ny ha affermato di essere meglio preparato a gestire le proteste rispetto alle manifestazioni di maggio e giugno, quando città e forze dell’ordine sono state colte alla sprovvista. Ma molti commercianti sembrano non fidarsi del tutto.