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Bruxelles, nuovo strappo nella delegazione 5 Stelle. Quattro europarlamentari M5s tagliano i fondi per 8 persone dello staff comunicazione

La decisione è arrivata due settimane dopo che i quattro si erano espressi contro la Politica agricola comune e, hanno spiegato fonti vicine, per questo sarebbero stati "penalizzati e isolati". Il capo comunicazione Diego Destro in un messaggio interno: "Proveremo a trovare una soluzione con i deputati che non hanno lasciato il raggruppamento"

Nuovo strappo a Bruxelles nella delegazione del Movimento 5 stelle. Due settimane dopo la spaccatura sul voto per la Politica agricola comune, i quattro europarlamentari M5s che si erano espressi in dissenso con la linea ufficiale (Ignazio Corrao, Rosa D’Amato, Nicola Pedicini ed Eleonora Evi) hanno deciso di azzerare i loro versamenti per lo staff Comunicazione ed è così saltato il contratto di otto tra giornalisti, videomaker, grafici e social media manager. La decisione, anticipata dall’agenzia Adnkoronos, è arrivata agli uffici del Parlamento con una mail firmata dai 4 eletti e con la capodelegazione Tiziana Beghin in copia. Il capo della comunicazione Diego Destro ha detto di non essere stato avvisato precedentemente.

Ogni europarlamentare a Bruxelles ha un fondo a disposizione per i propri assistenti, che è servito finora anche per la comunicazione, pagando gli stipendi all’ufficio. La decisione a sorpresa dei quattro ha fatto decadere i contratti dei dipendenti media in automatico: ora, una delle possibilità, è che gli altri europarlamentari decidano di rinnovare almeno in parte gli stessi contratti. Due settimane fa i quattro europarlamentari avevano votato in dissenso rispetto alla maggioranza sulla Pac. Adesso è arrivato l’ulteriore strappo, proprio alla vigilia del confronto interno degli Stati generali: i quattro sono considerati molto vicini ad Alessandro Di Battista e non era la prima volta che manifestavano malumori verso la linea ufficiale. Proprio questa loro posizione, hanno spiegato in alcune chat interne, li avrebbe penalizzati tra “attacchi” ed “isolamento”, tanto da spingerli a “togliere la quota”. La decisione però, hanno specificato fonti vicine agli eurodeputati, non è stata presa “per responsabilità dei comunicatori, ma di fatto questi eurodeputati erano stati esclusi dalla comunicazione ufficiale del M5s”. A essere messi sotto accusa dai quattro eurodeputati, come si legge nel messaggio di Ignazio Corrao in una delle chat sono “i 32 post e svariate interviste e comunicati” fatti sul Pac e “chi ha dato quell’ordine di forzare la mano contro i “non allineati”. E a chi li ha accusati di aver messo in mezzo alla strada 8 persone, gli eurodeputati “dissidenti” hanno risposto dicendo che “ci sono due mesi di preavviso“, “hanno contratti fiduciari con svariate tutele” e “tutto il tempo di trovare soluzioni”. “Per una scelta politica ben precisa”, si legge ancora nel messaggio di Corrao, “in presenza di diverse sensibilità e una spaccatura evidente in delegazione, hanno deciso di comunicare negli ultimi periodi solo una sensibilità della delegazione, anche se a pagare siamo tutti in quota uguale. Ad esempio continuate a vedere Castaldo e Giarrusso in tv ogni giorno e a me (che venivo invitato spesso e mi battevo per difendere le nostre idee) hanno vietato di andare”.

Sul fronte opposto, lo staff comunicazione ha risposto esprimendo forte delusione per la scelta. “Il governo Conte blocca i licenziamenti in Italia, e forse non tutti nel Movimento stanno dando il buon esempio”, ha scritto in un messaggio inviato ad alcuni deputati e collaboratori, il capo comunicazione Diego Destro. “Spiace constatare che dopo sei anni e mezzo di lavoro comune, intrecciato di rapporti umani, alcuni deputati che oggi hanno lasciato il gruppo comunicazione, licenziando 8 persone, non abbiano trovato nemmeno il coraggio di avvisare personalmente me o uno dei ragazzi della comunicazione. Detto questo, il motivo del licenziamento è così paradossale da risultare incredibile. In sintesi: avete fatto troppi post sul sì alla votazione sulla Politica Agricola Comune (PAC). Tradotto: avete lavorato troppo”. Nel merito, scrive ancora Destro, “la Comunicazione ha espresso correttamente la linea ufficiale sulla PAC, non quella dei dissidenti o di chi ha espresso voto contrario peraltro dopo assemblee di delegazione che avevano sancito con un voto democratico la linea decisa dal Movimento”. Per quanto riguarda il futuro, ha detto: “Proveremo a trovare una soluzione con i deputati che non hanno lasciato il raggruppamento, e in generale con chi resta nel Movimento e ne ha a cuore i valori umani ed il rispetto delle regole. Non è un momento facile e trovare una soluzione con la pandemia in corso non sarà semplice. Non è nemmeno facile spalmare un costo che prima era pensato per 14 ai 10 deputati, anche perché ognuno di loro ha legittimamente già impegnato il proprio budget per i propri collaboratori personali. Ma proprio questa situazione richiede estrema responsabilità, che è mancata a chi oggi ha deciso di licenziare 8 persone senza alcun preavviso”.