Roberto Fittirillo, detto “Robertino”, è finito questa mattina in carcere per associazione a delinquere e traffico internazionale di sostanze stupefacenti. Crolla così un altro baluardo della Banda delle Magliana, a 30 anni dall’omicidio di Renatino De Pedis e a 27 anni dalla maxi-operazione Colosseo che portò alla fine dell’epopea della più nota organizzazione mafiosa romana. Il boss del quartiere Tufello era in affari con Fabrizio Fabietti, braccio destro di Fabrizio Piscitelli, detto ‘Diabolik’, il capo ultrà della Lazio assassinato il 9 agosto 2019 poco dopo la conclusione delle indagini sull’operazione Grande Raccordo Criminale, che poche settimane dopo avrebbe portato in carcere proprio Fabietti. “Mi conosce tutta Roma a me, fai il mio nome e nun te preoccupà”, diceva a uno dei “clienti”. Il sodalizio, secondo quanto ricostruito dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Roma dagli specialisti del Gico del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria, in pochi mesi ha smistato almeno 120 chili di cocaina, per un valore stimato “al dettaglio” di oltre 5 milioni di euro. “Stiamo pieni di lavoro”, diceva Fabietti, intercettato, ai suoi, mentre cercava di organizzare le consegne.

I fatti contestati risalgono al 2018, dunque ben prima dell’omicidio Piscitelli. A finire in carcere anche Massimiliano Fittirillo, figlio di Roberto, 45 anni, a cui – secondo gli inquirenti – ‘Robertino’ stava gradualmente lasciando il comando dell’associazione. “Il figlio è caruccio, oh, come lui, educato ti dico”, lo descriveva Fabietti intercettato mentre parlava con Rigoli. Quello che per il gip Angela Gerardi è un “elevato livello degli indagati” si evince anche dai precedenti di alcuni dei 20 arrestati. Tra questi Kevin Di Napoli, elemento di “manovalanza” e pugile dilettantistico, già finito nei guai nell’operazione ‘Maverick’ del 2018, dal quale si evinceva che il giovane, 24 anni, risultava essere a servizio di un altro ex della Banda della Magliana, Salvatore Sibio. Poi c’è Fabrizio Borghi, uomo di fiducia di Diabolik e Fabietti, già arrestato l’8 gennaio all’interno dell’operazione Aquila Nera per associazione armata finalizzata al traffico transnazionale di sostanze stupefacenti, detenzione e porto di armi alterate e ricettazione.

Con tutti loro, in carcere è finito un altro frequentatore gruppo ultras degli Irriducibili – oggi scioltosi – Stefano Rossetti, 44 anni, ad attestare per l’ennesima volta il coinvolgimento di appartenenti della Curva Nord dello stadio Olimpico di Roma. Rossetti risulta anche essere una sorta di nipote di Fittirillo (la nonna era la sorella della moglie dell’esponente della Banda della Magliana). C’è poi la presenza di Brian Leonardo Cespedes, 30 anni, e Michael Adriano Cespedes, 28 anni, questi ultimi due argentini di origine ma ormai stabilitisi a Ostia, altra “base” per gli affari del gruppo. La presenza di “Diabolik” Piscitelli – sebbene nell’ordinanza del gip non ne attesti il coinvolgimento diretto – si evince dalla possibilità accennata da parte di Fabietti di “far intervenire Diablo” affinché si potessero dirimere gli “screzi” avuti da Alessio Marini e tali “soggetti non meglio identificati di origine calabrese, indicati con il cognome ‘Vrenna’”, come si legge nell’ordinanza di custodia cautelare.

Le indagini ricostruiscono chiaramente il funzionamento del sodalizio. Sono i Fittirillo a vendere la cocaina a Fabietti e soci. La figura di “Robertino” fu ben descritta, all’inizio degli anni ’90, dal super pentito della Banda, Maurizio Abbatino detto ‘Crispino’ – ‘Il Freddo’ per gli amanti di Romanzo Criminale – che nella sua deposizione del 25 novembre 1992 al pm Otello Lupacchini, tesa a illustrare la suddivisione del mercato romano della droga a seguito dell’omicidio del boss Franco Giuseppucci, collocava Fittirillo come punto di riferimento per la zona del Tufello e di Val Melaina, quartieri popolari nel quadrante nord-est della Capitale. E pensare che il 12 ottobre 2007, ‘Robertino’ beneficiò di una sentenza di prescrizione da parte della terza corte di Assise di Roma nell’ambito di un processo in cui era imputato insieme a Abbatino e a un altro ex della Banda, Vittorio Carnovale: i tre erano accusati a vario titolo di omicidio – per il controllo del traffico della droga o per vendetta – di ben cinque persone (Giuseppe Magliolo, a Ostia il 24 novembre del 1981; di Claudio Vannicola, nel 1982; di Fernando Proietti, di Michele D’Alto e di Angelo De Angelis). Per Roberto Fittirillo “la prescrizione è stata dichiarata anche perché negli ultimi 24 anni non ha commesso reati”, come emerge dalle cronache dell’epoca.

Community - Condividi gli articoli ed ottieni crediti
Articolo Precedente

Brusaferro (Iss) dopo la protesta delle Regioni: “Ci sono anche loro nella cabina di regia. Dati validati da tutti e condivisi col ministero”

next
Articolo Successivo

“Effusioni e sms con alunno di 10 anni”: maestra patteggia per violenza sessuale su minore

next