Diciotto anni di carcere per l’ultimo capo dei Cuntrera-Caruana, il clan specializzato in narcotraffico che da mezzo secolo si muove tra la Sicilia, il Venezuela e il Canada. È diventata definitiva la condanna per Alfonso Caruana, conosciuto come il “boss dei Due Mondi“. La Cassazione ha infatti dichiarato inammissibile il ricorso che i suoi legali avevano presentato contro la sentenza pronunciata nel 2019 dalla Corte d’Appello di Torino.”È una grande soddisfazione per me e per le tante persone che hanno lavorato per arrivare a questo risultato”, ha detto il magistrato Sandro Ausiello, ex procuratore aggiunto a Torino, ora in pensione, “Dopo 26 anni si è finalmente conclusa una vicenda che riguardava uno dei personaggi più significativi del gotha della criminalità organizzata”.
Ausiello fu uno dei pm della maxi-inchiesta Cartagine, scaturita nel 1994 dal sequestro a Borgaro Torinese di un tir con 5 tonnellate di cocaina proveniente dal Sud America. Caruana, considerato una delle figure chiave della criminalità organizzata, ha 74 anni ed è attualmente detenuto. La pronuncia della Cassazione chiude un procedimento giudiziario avviato dalla direzione Distrettuale antimafia del Capoluogo subalpino. Caruana fu individuato in Canada dopo un’indagine condotta da un ufficiale dei carabinieri, Paolo Palazzo, oggi colonnello in forza alla squadra di polizia giudiziaria della procura subalpina. Dopo l’arresto, iniziarono le complesse procedure per l’estradizione: fu l’allora procuratore generale Marcello Maddalena a ottenere il ‘via libera’ per il processo a Torino.