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Nelle Regioni “rosse” chiudono i negozi, ma restano aperte librerie, cartolerie e altri punti vendita: ecco l’elenco. Salvi i parrucchieri

Il nuovo dpcm, approvato nella notte, prevede la divisione del Paese in tre aree in base al rischio di contagio. Nelle Regioni a rischio massimo si profila un lockdown più leggero rispetto a quello di marzo. Consentita agli studenti di scuola primaria, elementari e prima media la frequenza delle lezioni in presenza
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Nelle Regioni “rosse”, cioè quelle a rischio massimo di contagio, è previsto un lockdown più soft rispetto a quello di marzo: divieto di spostamento dalla propria abitazione se non per motivi di lavoro, salute o situazioni di necessità, passeggiate consentite solo vicino casa, tutti i negozi chiusi. Ma restano aperti i parrucchieri, diversi punti vendita oltre ai supermercati, e soprattutto sarà consentita la didattica in presenza per scuola dell’infanzia, elementari e prima media. Lo prevede il nuovo dpcm approvato nella notte dal governo e in vigore a partire dal 5 novembre. Le principali differenze con il lockdown della scorsa primavera sono contenute nell’allegato 23 al provvedimento, che contiene l’elenco dei negozi a cui sarà ancora permessa la vendita: oltre a chi vende generi alimentari, farmacie, parafarmacie, tabaccai ed edicole, non dovranno tirare giù la serranda nemmeno le librerie, le cartolerie e i ferramenta.

Consentito pure il “commercio al dettaglio di apparecchiature informatiche“, le macchine per l’agricoltura, gli articoli per l’illuminazione, le calzature per bambini, la vendita di articoli sportivi e biancheria intima, giochi e giocattoli. Aperte pure le concessionarie di auto e moto, chi vende cibo per animali, fiori e prodotti per la casa. Via libera anche agli ambulanti nei mercati (a patto che si vendano solo queste categorie di prodotti) e alle macchinette automatiche.

Per quanto riguarda i parrucchieri e i barbieri, nella bozza del provvedimento trapelata nella giornata di ieri, inizialmente era stata prevista la serrata totale. Ma nella versione definitiva del testo, bollinata nel corso della notte, l’esecutivo ha deciso di fare marcia indietro. In tutte le Regioni che saranno classificate nella terza fascia di rischio (quella più alta) in base ai 21 parametri epidemiologici fissati dall’Istituto superiore di sanità, si profila quindi un lockdown più leggero rispetto a quello della scorsa primavera. A marzo, infatti, le scuole di ogni ordine e grado vennero chiuse a tempo indeterminato, così come gli esercizi commerciali (compresi i parrucchieri). Stavolta, invece, i cittadini potranno accompagnare i propri figli in classe (fino alla prima media).

Resta ora da capire come verranno classificate le singole Regioni e quanto dureranno le nuove restrizioni. Il compito, stando al dpcm, spetta al ministero della Salute con un’ordinanza ad hoc, “sentiti i Presidenti delle regioni interessate”. L’ipotesi è che la decisione possa arrivare in giornata dopo aver analizzato il monitoraggio settimanale della diffusione del coronavirus nel nostro Paese elaborato dall’Istituto superiore di sanità.

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