La procura Figc ha archiviato l’inchiesta sul calcio a 5 e Opes: nel provvedimento viene citato il dott. Luca Scarpa. Lo stesso nome compare anche nella rendicontazione del progetto inviata alla Presidenza del Consiglio. Contattato da ilfattoquotidiano.it, il diretto interessato ha negato di aver mai svolto quella consulenza. Il procuratore-capo Chinè e la Federcalcio di Gravina erano al corrente? Dalla Figc assicurano di no
“I fatti denunciati non costituiscono illeciti disciplinari”. Così il procuratore capo della Figc, Giuseppe Chinè, lo scorso primo settembre archiviava l’inchiesta sul calcio a 5 e il progetto insieme a Opes ai tempi dell’ex presidente Montemurro (nella foto). Una vicenda molto chiacchierata, anche per l’intreccio “politico” fra il calcetto e Fratelli d’Italia (cui Opes è vicino). Ilfattoquotidiano.it adesso ha scoperto una nuova coincidenza, davvero sfortunata, almeno per la Federcalcio: il nome di uno dei due sostituti procuratori che ha avanzato la proposta su cui si basa l’archiviazione, il dott. Luca Scarpa, compare anche nella rendicontazione del progetto finito sotto indagine.
Sul calcetto è in atto uno scontro, questo sì davvero politico, tutto interno al pallone: da una parte la Lega Dilettanti di Cosimo Sibilia, che ha commissariato la Divisione, dall’altra la Federcalcio di Gabriele Gravina, che è contrario. Un braccio di ferro istituzionale che si spiega anche col valore che la divisione potrebbe avere per le prossime elezioni Figc, in calendario fra 6 mesi, in cui i due si contenderanno la guida del calcio italiano.
Tutto parte dai dubbi sulla gestione dell’ex presidente Montemurro, proprio in relazione al progetto “In campo diversi ma uguali” con Opes. L’accusa degli organi di vigilanza è che la quota di finanziamento destinata alla divisione sembra tornare ai vertici della stessa Opes, ma la Procura ha archiviato. Il commissariamento deciso dalla Lega Dilettanti è stato prima annullato dal tribunale Figc, poi ripristinato in via cautelare dal Collegio di garanzia al Coni , che dovrà ora pronunciarsi nel merito. L’opposizione della Figc si basa anche su quella archiviazione, che però diventa ora oggetto di dubbi.
Nella rendicontazione del progetto inviata da Opes alla Presidenza del Consiglio, tra le spese sostenute figura anche una consulenza a Luca Scarpa, che è lo stesso nome del sostituto procuratore citato nell’archiviazione. Una coincidenza? Di certo Scarpa, dottore commercialista ed esperto in diritto ed economia dello sport, già in passato aveva partecipato a convegni promossi da Opes, conosce il suo ex presidente Marco Perissa. Ovviamente ai tempi dell’incarico citato nella rendicontazione e datato giugno 2019, non c’era alcuna inchiesta in corso, quindi non c’era motivo per cui lui non lo accettasse, né perché Opes non glielo offrisse. E parliamo di una piccola somma, 951 euro. Sufficiente, però, a far sorgere quantomeno una questione di opportunità, se non proprio di incompatibilità, nel momento in cui è stato chiamato a occuparsi dello stesso progetto, ma stavolta per conto della Procura Figc.
Contattato da ilfattoquotidiano.it, il diretto interessato ha negato di aver mai svolto quella consulenza. Ma a ulteriori verifiche, anche da fonti interne allo stesso progetto, risulta che il Luca Scarpa citato nella rendicontazione sia lui. Il procuratore-capo Chinè e la Federcalcio di Gravina ne erano al corrente? Dalla Figc assicurano di no, aggiungendo che comunque Scarpa non ha avuto ruolo attivo nell’inchiesta e nelle audizioni, né ha firmato alcun documento. È citato nel provvedimento solo in quanto parte del “pool” che se n’è occupato. L’imbarazzo però resta, anche alla luce del peso che quell’archiviazione ha avuto sull’iter di commissariamento. La procura Figc aveva chiuso il provvedimento spiegando che “una compiuta analisi della documentazione avrebbe probabilmente evitato la presentazione di una denuncia”. Forse però anche la Procura avrebbe potuto accorgersi prima di questa spiacevole coincidenza.
Dal dottor Luca Scarpa riceviamo e pubblichiamo:
Preliminarmente si evidenzia che l’indagine della Procura Federale aveva ad oggetto l’esposto del presidente della LND in ordine a presunte “irregolarità gestionali della
Divisione Calcio a B’, ma non riguardava la OPES (Ente di Promozione Sportiva), che, non essendo un soggetto appartenente all’ordinamento federale della F.I.G.C., non era sottoposta, in alcun modo, all’indagine sportiva de qua. Lo scrivente, in ogni caso, non ha svolto alcun atto di indagine nel procedimento in oggetto, né ha firmato alcun documento di indagine, ma ha fatto parte del pool composto da tre Sostituti Procuratori, di cui solo uno incaricato della parte inquirente e che ha redatto la Relazione conclusiva dell’indagine. Occorre, poi, chiarire e precisare che la Procura Federale della F.I.G.C. sottopone l’intendimento di archiviazione di un procedimento alla Procura Generale dello Sport del CONI che, nel caso di specie, dopo aver esaminato la relazione d’indagine e la documentazione prodotta dalla Procura Federale, con nota del 28 agosto 2020 ha condiviso le motivazioni dell’archiviazione in esame. Devo, poi, evidenziare che i Collaboratori ed i Sostituti della Procura Federale della F.1.G.C. svolgono la loro attività a titolo di volontariato, senza emolumenti di alcuna natura, ma con il solo rimborso spese, e al di fuori della Federazione, quindi, svolgono le attività
professionali per le quali sono abilitati (magistrati, avvocati, commercialisti, appartenenti alle Forze dell’Ordine, ecc.). Alla luce di tali circostanze appare chiaro che non sussisteva alcun motivo di una mia incompatibilità e/o inopportunità, ai sensi dell’art. 45, comma 7, del C.G.S., né alcun motivo di astensione previste dal Codice di procedura civile (richiamato dal C.G.S.), ad accettare la delega per il procedimento in esame.
Aggiornato da Redazione Web alle 9.58 del 9/11/2020