Lo scontro in corso tra i due candidati alla Casa Bianca, Donald Trump e Joe Biden, si sposta anche nelle strade d’America. Mentre il presidente in carica minaccia un ricorso alla Corte Suprema e ha più volte chiesto di smettere di contare le schede del voto anticipato che hanno permesso il sorpasso del Dem, a Portland, Seattle, Boston, New York, in Michigan, in Arizona e in altre parti del Paese le persone sono scese in strada. Chi per appoggiare le richieste del tycoon che ha parlato di “voto truffa”, chi invece per condannare le sue parole dalle quali si capisce che non ha alcuna intenzione di accettare il risultato elettorale. Centinaia gli arresti, specie tra le fazioni anti-Trump.
Oregon – L’ufficio dello sceriffo della contea di Multnomah, in Oregon, ha dichiarato la “rivolta” a Portland, dopo che i dimostranti a sostegno di Joe Biden sono scesi nelle strade per chiedere che tutti i voti espressi alle presidenziali siano conteggiati. Centinaia di persone hanno manifestato a Portland, così come a Seattle, contro il tentativo del presidente Donald Trump di bloccare le operazioni di spoglio in alcuni Stati chiave. La decisione dell’ufficio dello sceriffo è arrivata dopo che i dimostranti hanno frantumato le vetrine di esercizi commerciali, mentre la governatrice Kate Brown ha dispiegato della Guardia Nazionale a sostegno delle forze dell’ordine locali. Potranno così utilizzare gas lacrimogeni per disperdere le proteste. Il sindaco Ted Wheeler, anche commissario di polizia, ne aveva vietato l’uso da parte degli agenti della città per timore di un eccesso di aggressività nella risposta alle manifestazioni.
Le ultime manifestazioni non hanno fatto che aggravare la situazione sicurezza a Portland, città ormai in protesta continua da cinque mesi, dopo l’uccisione di George Floyd durante un fermo di polizia. Le autorità hanno confermato almeno dieci arresti. Secondo Fox News, tra le persone finite in manette una aveva con sé un fucile. Nelle immagini diffuse dalla tv, è stata bruciata anche una bandiera americana.
Stato di Washington, New York e Chicago – A Seattle, invece, i manifestanti hanno spiegato di volere che il tema della disuguaglianza razziale e sociale resti sotto i riflettori, esponendo cartelli con scritte come “Stop alla soppressione razzista del voto da parte di Trump” e “No al furto delle elezioni”. Proteste anche a New York, dove migliaia di persone hanno sfilato davanti a negozi di lusso sbarrati sulla Fifth Avenue di Manhattan, chiedendo il conteggio di ogni voto. La marcia è stata in gran parte pacifica, anche se la polizia ha detto di aver effettuato oltre 20 arresti dopo che un gruppo di manifestanti ha iniziato a protestare contro la polizia bloccando il traffico e appiccando fuochi. In un tweet, il New York City Police Department ha confermato l’arresto di “oltre 20 persone” che hanno tentato di “sabotare una protesta pacifica appiccando incendi, gettando uova e spazzatura a Manhattan”: “Non può essere tollerato e non sarà tollerato che vengano portate armi alle proteste pacifiche”, si legge in un altro tweet con le immagini del materiale sequestrato. Situazione simile, ma senza fermi e violenze, anche a Chicago.
Michigan – A Detroit, in Michigan, sono invece i sostenitori di Trump ad essere scesi in piazza. A decine si sono diretti in un centro di conteggio dei voti gridando “Fermate il conteggio”. Le proteste sono iniziate poco prima che l’Associated Press affermasse che Biden aveva vinto la corsa alla presidenza nello Stato, andato ai Repubblicani alle precedenti elezioni. Il video girato dai giornalisti locali ha mostrato dozzine di persone raccolte fuori dal TCF Center di Detroit e all’interno dell’atrio, con i poliziotti in fila per impedire loro di entrare nell’area del conteggio.
Arizona – Situazione simile in Arizona, dove manifestanti pro-Trump hanno tentato di fare irruzione in un ufficio di conteggio dei voti. Nello Stato del sud i sostenitori del tycoon stanno protestando armati di fucili e pistole al grido di “stop al furto”. Secondo quanto riporta Skynews, almeno 300 persone, alcune delle quali armate, si sono riunite davanti al dipartimento elettorale a Phoenix per contestare il vantaggio di Joe Biden dopo le accuse di brogli di Trump.