Ma come? Solo nel 2019 la Thailandia era nella top 20 dei paesi con più traffico quotidiano sul sito di porno free più cliccato al mondo
Salvate Pornhub dalla censura. In Thailandia è accaduto anche questo. Tra la paura del Covid e le lunghe, articolate proteste antigovernative da parte del movimento studentesco, ecco l’oscuramento che non t’aspetti. Il ministro dell’economia e del digitale Puttipong Punnakanta, membro dell’attuale governo del primo ministro Prayut Chan-o-cha, ha messo al bando Pornhub e altri 190 siti web dai contenuti considerati pornografici. Un blocco che si inserisce in una stretta più ampia per impedire l’accesso a siti porno e gioco d’azzardo che in Thailandia sono fuorilegge. La protesta vigorosa su Twitter non si è fatta attendere. Con l’hashtag #SavePornhub sono state centinaia e centinaia gli utenti che hanno deciso di formulare in maniera esplicita il loro fermo disappunto alla barbara censura del porno.
Ma come? Solo nel 2019 la Thailandia era nella top 20 dei paesi con più traffico quotidiano sul sito di porno free più cliccato al mondo? Così tra le migliaia di utenti thailandesi che hanno regalato, appunto, una bella media alta di 11 minuti e 21 secondi di permanenza su Pornhub, ecco che qualcuno è perfino finito in piazza con tanto di striscioni. Aridatece Pornhub c’era scritto pressappoco nelle lenzuolate proporno da parte dei giovani thailandesi contro il governo monarchico dei matusa.
Gli attivisti che si sono presentati in carne ed ossa in strada sono quelli di Anonymous Party. “Vogliamo che l’accesso a Pornhub sia libero. Le persone hanno diritto di scegliere” – hanno commentato i manifestanti. Anche se, come segnala LaStampa, la società di ricerca su Internet Top10VPN ha “registrato un picco del 640% rispetto alla media giornaliera di settembre-ottobre nelle ricerche per le reti private virtuali (VPN) dalla Thailandia”. Un metodo semplice per aggirare il blocco censorio thailandese accedendo dal luogo in cui non ci si trova, quindi dove il bando non è previsto.