La campagna del presidente ha dichiarato che "le elezioni non sono finite" e che Trump sarà rieletto. Intanto perde il vantaggio in tutti gli Stati in bilico, mentre Biden lo scavalca in Pennsylvania e Georgia. Nessuno crede alla via dei ricorsi sulla quale si è accanito senza prove, dagli studi legali agli ex procuratori. Il motivo? Non c'è nessuna frode elettorale in corso
“Le elezioni non sono finite. La falsa proiezione di Joe Biden come vincitore è basata sui risultati in quattro Stati che non sono ancora definitivi. Il presidente Trump sarà rieletto”. La campagna di Donald Trump insiste e riafferma che il tycoon sarà rieletto per un secondo mandato, nonostante il sorpasso di Biden in tutti gli swing states in gioco – Arizona, Nevada, Georgia e soprattutto Pennsylvania, che da sola con i suoi 20 elettori può già determinare la vittoria dell’ex vice di Obama.
Ma Trump, in conversazioni con alleati negli ultimi giorni, ha rivelato che non ha intenzione di concedere la vittoria a Joe Biden, anche se la possibilità di un secondo mandato alla Casa Bianca fosse messa in forse, come sta accadendo ora. Consiglieri, fra cui il capo dello staff della Casa Bianca Mark Meadows, non hanno fino a ora cercato di portare Trump ad accettare gli sviluppi in corso per alimentare invece la narrativa delle elezioni rubate, che per ora hanno solo prodotto ricorsi già respinti in Georgia e Michigan, oltre a ripetute insinuazioni su frodi del tutto infondate. Tra le file dei repubblicani, intanto, vari esponenti di spicco prendono le distanze, incluso Larry Kudlow, il consigliere economico del presidente. “Ritengo ci sarà un pacifico trasferimento di potere. Questo è il più grande Paese al mondo e ci atterremo alla legge” se sarà necessario, ha detto a Cnbc.
Cresce dunque fra gli alleati la preoccupazione su chi dovrà essere a riportare Trump alla realtà, che il suo periodo da presidente sta volgendo alla fine. Sempre secondo quanto rende conto Cnn citando fonti vicine al Presidente, potrebbe essere Jared Kushner, o la figlia Ivanka, a riportare il presidente alla realtà. La campagna di Biden nel frattempo replica alle indiscrezioni sul mancato riconoscimento della vittoria: “Gli americani decideranno questa elezione. Il governo americano è perfettamente capace di scortare gli intrusi fuori dalla Casa Bianca”. La costituzione americana in ogni caso non prevede l’obbligo di concessione.
Dagli studi legali agli ex procuratori: nessuno crede alla via dei ricorsi – Diversi studi legali vicini ai repubblicani – Jones Day, Holtzman Vogel, e Wiley Rein – sono stati coinvolti nello sforzo di Trump, ma altri si sono tenuti lontani. “Molti di loro non vogliono avere Trump come cliente per il modo in cui parla, il modo in cui crea nuove prove ogni giorno, mettendoli a disagio quando devono argomentare davanti al giudice. Non è così, per quanto ricordi, che Bush agiva contro Gore”, ha affermato Walter Olson, ricercatore del Cato Institute Center for Constitutional Studies. Anche l’avvocato Stephen Zack, che difese il democratico Gore, è scettico sulla strategia legale di Trump. “È un po’ come tirare quello che puoi contro un muro e vedere cosa ci resta appiccicato”, commenta. Anche Barry Richard, che difese le istanze di Bush in Florida nel 2000, parla di “mosse disperate di una persona che considera lo scontro giudiziario come uno strumento di business. Non penso che nessuno di questi ricorsi porterà da qualche parte perché fondamentalmente ora non c’è nessun problema. Nessuno, compresi molti repubblicani, pensa ci sia un problema”.
Anche 19 ex procuratori Usa che hanno servito sotto presidenti repubblicani hanno diffuso una nota definendo “infondate e avventate” le sue accuse di brogli. I firmatari invitano il presidente “a consentire pazientemente e rispettosamente che continui il processo legale del conteggio dei voti, in accordo con le leggi federali e statali, e a evitare ogni ulteriore commento o azione che può servire solo a minare la nostra democrazia”. I procuratori infine negano che ci sia qualcosa di irregolare nel contare le schede dopo l’election day: “anche se il processo richiede giorni o addirittura settimane per essere concluso, bisogna consentire che sia svolto in modo aperto, giusto e legale e senza qualsiasi impropria interferenza politica”.
Il comunicato della campagna di Trump – “La Georgia si avvia al riconteggio dei voti e siamo fiduciosi che alla fine Trump prevarrà. Ci sono state diverse irregolarità in Pennsylvania. In Nevada sembra che migliaia di persone abbiamo votato in modo improprio – afferma la campagna di Trump -. Il presidente è poi in corsa per vincere in Arizona, nonostante lo Stato sia stato assegnato in modo irresponsabile a Biden da Fox e dall’Associated Press. Biden si appoggia su questi Stati per reclamare la Casa Bianca ma, una volta che l’elezione sarà conclusa, il presidente Trump sarà rieletto”.