Vienna. Dal punto di vista della sicurezza è difficile non vedere nuovi elementi che caratterizzano questo attacco. Sebbene l’azione sia stata una copia degli attacchi di Parigi del 2015, si notano alcuni cambiamenti nello stile. Questi mutamenti potrebbero essere riconducibili al fatto che la mente dietro questa operazione è più sofisticata di un singolo gruppo.
Negli ultimi anni il concetto di lupi solitari è legato a operazioni non sofisticate, principalmente il cosiddetto “A Homemade Style of Terror”, attacchi con armi bianche; guida di auto in mezzo alla folla, o anche ordigni esplosivi artigianali, o in alcuni casi colpi di arma da fuoco di piccolo calibro.
Tuttavia, questi stili hanno iniziato ad essere più brutali e violenti, come si è visto recentemente in Francia, con le cruente decapitazioni.
Ora ciò che è accaduto in Austria ha aperto il dibattito, poiché il terrorismo non ha applicato lo stesso modello, ma ne ha utilizzato uno più avanzato.
L’attacco ha preso di mira uno dei maggiori centri di sviluppo culturale dell’Europa centrale: la città della musica e della cultura mitteleuropea. Accennando anche solo un breve paragone con l’attualità che stiamo vivendo oggi, che vede un confronto politico aperto e molti conflitti in corso, è difficile non vedere cosa ha rappresentato e cosa rappresenta Vienna. Storicamente è la città legata alla battaglia di Vienna (1683) dove gli ottomani (metaforicamente gli arabi o musulmani) subirono pesanti perdite e videro indebolito il proprio potere e prestigio internazionale; ma è anche la porta di comunicazione tra est e ovest.
L’operazione “Commando’s style” mostra che potremmo avere a che fare con una nuova ondata di terrorismo, più coordinata, equipaggiata e addestrata. Lanciare un tale attacco in questo modo, con questo livello di coordinamento e organizzazione, attaccare un luogo importante e mettere in crisi il sistema di sicurezza, mettendo in pratica attacchi terroristici simultanei e interconnessi in più punti strategici della città, sparare con uno stile suicida, dimostrando di operare in modo da creare danni fino all’ultimo momento, sono tutti elementi che dimostrano la vitalità e il livello di organizzazione e determinazione del gruppo terroristico, e dell’esecutore materiale.
Anche il tempismo è un elemento da non sottovalutare, effettuare l’attacco l’ultima notte prima del lockdown, che logicamente vede la presenza di numerose persone nei luoghi di ritrovo. Questo elemento dopo essere stato analizzato secondo due prospettive e obiettivi: innanzitutto sparare a caso, senza un obiettivo preciso, causerà tra le persone panico, paura e terrore. Il secondo obiettivo è quello di creare una grande confusione tra gli apparati di sicurezza già coinvolti e impegnati nell’operazione. Pertanto, è difficile vedere questa operazione dal lato di un singolo lupo solitario, ma appare più come un’operazione ben pianificata che ha richiesto pianificazione professionale e supporto. È più logico ritenere sia il lavoro di un’organizzazione anziché una scelta individuale.
Un altro punto che dovrebbe essere menzionato qui è che molti analisti della sicurezza si stavano concentrando sull’origine di coloro che hanno commesso i recenti attacchi terroristici, ossia provenienti dal nord Africa e dall’Asia centrale. L’attacco di Vienna ha aperto ad un nuovo scenario e protagonisti: il modello dei Balcani. Questo dimostra che il terrorismo non è legato a nessuna area geografica specifica, ma pone l’accento sul fatto, ormai innegabile che possono presentarsi alle porte dell’occidente nuove minacce, che avranno delle ripercussioni sia nelle questioni legate all’integrazione, sia alle politiche legate al ruolo ed efficienza dei sistemi di sicurezza.
L’inefficienza nell’affrontare le minacce nella loro prima fase costituirà la grande sfida che continuerà a interessare i sistemi di sicurezza e la loro reale efficacia nella metodologia di lavoro per prevenire i rischi.
Le minacce alla sicurezza, anche a causa della pandemia derivante dal Covid-19 stanno diventando più alte, contese politiche aperte potrebbero essere ulteriormente appesantite da ulteriori elementi di rischio per la scena politica: povertà, frustrazione economica, frustrazione politica e sociale potrebbero contribuire a creare un terreno fertile per la destabilizzazione. Questa potrebbe rappresentare lo scenario più adatto per i gruppi terroristici per operare e raggiungere i propri obiettivi.