QUELLE COME ME. STORIA DI SPLENDORI E MISERIE DI MADAME ROYALE - 3/3
Sono passati cinquant’anni eppure il tema è più attuale e dibattuto che mai. Basti pensare che solo lo scorso 4 novembre la Camera dei Deputati ha dato il suo prima via libera – non senza polemiche – alla legge contro l’omotransfobia. Ecco, provate quindi a immaginare quale potesse essere il clima e il contesto socio-culturale quando nel 1970 uscì per la prima volta nei cinema “Splendori e miserie di Madame Royale“, un film che ha fatto la storia e anche molto scandalo, dal momento che non solo ha un protagonista gay, ma tutto ruota proprio attorno al mondo omosessuale. Un tabù per l’epoca. “Ma questa non è una rubrica dedicata ai libri? Che c’entra ora un film?”, vi starete chiedendo a questo punto. C’entra, c’entra eccome. Perché è proprio a questa pellicola del grande Vittorio Caprioli – con protagonista uno straordinario Ugo Tognazzi – che è dedicato il saggio “Quelle come me. La storia di Splendori e miserie di Madame Royale” (Pm Edizioni), di Andrea Meroni e Luca Locati Luciani. Un libro minuzioso che, se a prima vista può intimorire o spaventare per la sua mole, poi man mano che ci si addentra nella lettura, tiene incollato il lettore alle sue pagine, prima con una full immersion nello spettacolo (e se ancora non l’avete visto potete recuperarlo qui) e nell’Italia degli anni Cinquanta-Settanta; e poi catapultandolo nuovamente nel 2020, anno in cui sono state realizzate le interviste esclusive a cui sono dedicati gli ultimi capitoli. Una fra tutte quella a Franca Valeri, co-autrice “in incognito” dello script. Dettagliato, didascalico, colto, affascinante, preciso, compilativo ed esaustivo. Attraverso i dialoghi con i protagonisti, i racconti, le testimonianze e i documenti ripercorre la genesi e le scelte del film, svelando i significati profondi che si celano dietro i singoli gesti dei personaggi, che qui sembrano prendere vita e ci si ritrova, alla fine, con la sensazione che siano reali. Le pagine trasudano cura, passione e impegno, basta osservare la quantità sterminata di note e riferimenti bibliografici che accompagnano il racconto. Alt però, guai a bollarlo come noioso: la scrittura scorre fluida e ritmata, riuscendo ad incuriosire anche i meno avvezzi al genere. Questo saggio è un vero lavorone supportato da mesi di studio e ricerche da parte degli autori, che non solo restituisce a Madame Royale la complessità e la portata innovativa che all’epoca della sua uscita non furono compresi né dalla censura né tantomeno dalla critica (La Stampa, per dire, scrisse che il film “colpisce un vizio, quello degli omosessuali che usano travestirsi”); ma, al contempo, apre un’approfondita riflessione sulle tematiche LGBTQ+, con spunti più attuali che mai. Voto (meritatissimo): 8,5.