”Almeno per ora la domanda di veicoli elettrici non proviene dai consumatori, ma dai Governi le cui politiche evolvono perché modellate dalle preoccupazioni climatiche, dall’inquinamento urbano e dalla congestione del traffico”. Il segreto di Pulcinella, verrebbe da dire. E per dirlo chiaramente ci voleva il vicepresidente di IHS Markit, nonché premio Pulitzer, Daniel Yergin.
Nel suo “The New Map: Energy, Climate and the Clash of Nations”, lo scrittore e analista prende in considerazione diversi fattori che influenzeranno le scelte in tema di mobilità sostenibile da qui ai prossimi trent’anni. E chiarisce che, sebbene i veicoli elettrici, ibridi, plug-in e a idrogeno arriveranno a pesare per il 60-80% delle vendite nel 2050, i due terzi delle auto in circolazione saranno ancora spinte da motori termici. E parliamo di una flotta, quella mondiale, che conterà 1,9 miliardi di veicoli in totale.
Il motivo principale sta nei tempi di sostituzione, prevedibilmente lunghi. Ma nonostante la mobilità a elettroni compirà passi da gigante grazie al miglioramento delle batterie e al conseguente aumento della produzione su larga scala, secondo Yergin “la strada prima che la benzina perda la posizione di carburante predominante nei trasporti è ancora molto lunga”.
Anche perché, per i modelli elettrici l’imprevisto è dietro l’angolo. E riguarda soprattutto, secondo il vicepresidente di IHS Markit, la catena di approvvigionamento delle materie prime per la fabbricazione degli accumulatori. Si prevede infatti che la domanda di litio per batterie auto aumenti del 1.800% entro 10 anni, arrivando a pesare per l’85% di quella globale. La domanda di cobalto invece, la cui fornitura proviene per il 50% dal Congo, potrebbe aumentare del 1.400%. Crescite vertiginose e poca diversificazione del rischio, dunque.
Ma la dimostrazione che la questione elettrico sia al momento una necessità dei politici più che degli automobilisti sta anche nella questione delle punizioni per chi trasgredisce. In Europa, infatti, si prevede che nei prossimi 5 anni verranno elevate multe ai costruttori per oltre 40 miliardi di euro: “un segnale forte”, secondo Yergin, “che proviene dalla regolamentazione piuttosto che dalla domanda dei consumatori”.
Prosegue e conclude, il premio Pulitzer, dicendo che “lo scenario è diventato multidimensionale: auto a benzina contro auto elettriche, auto di proprietà personale contro servizi di mobilità. E auto guidate dalle persone contro auto robot senza conducente”. Tuttavia, “non esiste però ancora un punto di svolta globale in cui i vantaggi della nuova tecnologia e dei modelli di business si dimostrino così schiaccianti da cancellare il modello costituto dall’auto personale che si muove grazie al petrolio”. Parole su cui riflettere.