Le manifestazioni locali commerciali e fieristiche, realizzate fuori dell’ordinaria attività commerciale in spazi dedicati al mercato, sono da assimilare alle fiere e sono quindi vietate in tutte le Regioni, non importa di quale fascia di rischio
Quest’anno non ci saranno caldarroste, vin brûlé né villaggio di Babbo Natale. Il nuovo Dpcm del 3 novembre decreta lo stop anche ai mercatini di Natale di tutta Italia. La precisazione arriva dalle risposte alle “domande frequenti” pubblicate sul sito del governo. Che si tratti di zona rossa, arancione o gialla la risposta è sempre la stessa: le manifestazioni locali di carattere commerciale e quelle di natura fieristica, come nel caso dei mercatini di Natale, realizzate fuori dell’ordinaria attività commerciale in spazi dedicati al mercato, sono da assimilare alle fiere e sono quindi vietate.
La speranza, per amministrazioni comunali e turisti, è che le misure messe in campo dal governo siano efficaci e che dopo il 3 dicembre si consentano alcune riaperture. Nel frattempo, verranno addobbate le strade e non mancherà l’albero di Natale nelle principali piazze italiane, come Torino, Milano, Brescia.
In Trentino Alto-Adige, Regione leader del settore dei mercatini, il sindaco di Trento Franco Ianeselli ha firmato un’ordinanza comunale in vigore dal 6 novembre al 31 dicembre che stabilisce l’annullamento di tutti gli eventi natalizi, dalla Fiera di Santa Lucia alle bancarelle. Anche il presidente della Provincia autonoma di Bolzano, Arno Kompatscher, ha annunciato lo stop definitivo agli altri mercatini di Natale del circuito Bolzano, Merano, Bressanone, Brunico e Vipiteno.