“Abbiamo valutato la questione con una velocità assoluta perché di un argomento del genere non si dovrebbe neanche discutere. Ci sono arrivate delle segnalazioni: la mamma dei negazionisti come quella degli imbecilli è sempre incinta. Il dpcm è chiarissimo: mascherine in classe e se qualcuno non si adegua si deve accomodare fuori”. Agostino Miozzo, coordinatore del Comitato tecnico scientifico, impiega pochi minuti a spiegare al fattoquotidiano.it perché nell’ultimo verbale del Cts (datato 18 settembre 2020) messo online dalla Protezione civile c’è un aperto e indignato riferimento a “cosiddetti docenti negazionisti“. Erano i giorni, ormai lontani, un po’ frenetici della riapertura delle scuole: con i soliti problemi più tutte le conseguenze della pandemia. Quindi nell’ampia platea di chi sostiene che il virus non esiste, che gli ospedali sono vuoti e che siamo protagonisti passivi di un complotto governativo con la complicità dei media, sono spuntati anche gli insegnanti.
Ebbene i componenti del team di scienziati che in questi mesi hanno redatto le note e i pareri per il governo hanno chiesto al ministero dell’Istruzione di approfondire alcune segnalazioni della presenza in aula di professori che “durante l’esercizio delle funzioni di insegnamento scherniscono gli studenti o ordinano la rimozione delle mascherine quando seduti al banco”. Comportamenti definiti “deprecabili” dal Cts che ha chiesto al ministero di arginarli. Non sono molti gli episodi che sono finiti sulle pagine di cronaca. L’ultimo è del 6 novembre: un preside a Ferrara ha fatto una circolare che va contro lo stesso dpcm dicendo che gli alunni non devono indossare la mascherina al banco. Ilfattoquotidiano.it ha però altre segnalazioni. La prima viene dalla Marche: un insegnante di musica che non indossava la mascherina in classe e dopo essere stato in quarantena, a causa di un contatto stretto con un positivo, è rientrato nelle classi evitando l’uso della mascherina e non mantenendo le distanze previste dagli studenti.
Di un altro caso ha parlato in due post su Facebook proprio un insegnante, Enrico Galiano, molto attivo sui social con video lezioni e autore di un libro, che aveva posto la questione ai suoi followers sull’esistenza appunti di insegnanti negazionisti e facendo riferimento a un docente di Scienze negazionista. Contattato Galiano ha spiegato di essere a conoscenza solo di quel caso. Al ministero dell’Istruzione non sono arrivate segnalazioni specifiche, l’attenzione è massima sui social.
Ilfattoquotidiano.it ha ricostruito un caso avvenuto nel Lazio, dove un docente ha espresso il proprio parere negazionista alla classe senza rispettare le indicazioni del proprio dirigente scolastico e del ministero dell’Istruzione: “Si è trattato – spiega Rocco Pinneri, dirigente dell’ufficio scolastico regionale – di una sola persona. Gli ho parlato personalmente e abbiamo trovato un accordo: ora le proprie opinioni se le terrà per sé e alla classe farà rispettare le regole che sono necessarie”. L’eco di posizioni negazioniste è arrivata anche al capo dell’Ufficio scolastico territoriale dell’Emilia Romagna, Stefano Versari: “So che esistono ma non ho mai avuto una segnalazione ufficiale su dei casi specifici altrimenti sarei prontamente intervenuto. Va detto, invece, abbiamo avuto un genitore, medico, che non voleva assolutamente che il figlio indossasse la mascherina a scuola”. Siamo comunque di fronte a casi limite. La maggior parte dei dirigenti regionali non ha avuto alcuna comunicazione da parte dei presidi. È così per il direttore Fabrizio Manca in Piemonte, ma anche per Luisa Franzese in Campania: “Abbiamo una comunicazione continua con i capi d’istituto, monitoriamo i media e i siti, ma non abbiamo fortunatamente dovuto avere a che fare con insegnanti negazionisti”.
Anche il presidente dell’Associazione nazionale presidi, Antonello Giannelli è intervenuto per ridimensionare il problema: “Su 80mila insegnanti ce ne saranno ma nessuno dei miei colleghi ha mai sollevato il problema. Credo si tratti di una questione che riguarda pochissime persone”. La situazione è comunque monitorata a vista soprattutto dai presidi che hanno a che fare ogni giorno con i maestri e i professori. Nelle ultime ore con l’indicazione nel nuovo Dpcm di indossare la mascherina anche alla scuola primaria e secondaria di primo grado quando si è seduti al banco, qualche docente ha manifestato del malessere, ma nessuno si è sognato di dire ai ragazzi di non indossarla. Sembra che la maggior parte degli insegnanti sia consapevole del ruolo educativo che svolge soprattutto in questa fase dove è necessario che le regole siano ben comprese anche dai bambini e dai ragazzi. Anche al ministero d’altro canto sono pronti ad intervenire qualora arrivassero segnalazioni ufficiale in merito. Da parte della ministra Lucia Azzolina, hanno fatto sapere fonti vicine, c’è il massimo impegno in questa direzione.
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