È guerra tra la ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina e il presidente della Regione Puglia Michele Emiliano. Domenica, a metà giornata, arriva la bomba: “L’ordinanza della Regione sia ritirata o corretta. L’istruzione non è un servizio a domanda individuale”. Di fronte alla scelta di Emiliano di concedere a chi vuole di seguire le lezioni da casa, a seguito del provvedimento del Tar di Bari che ha sospeso la chiusura delle scuole decretata dalla Regione, la Azzolina non ci sta. Il tempo della diplomazia è scaduto. La trattativa pure. E così la ministra 5 Stelle affida a un lungo comunicato la sua posizione: “Nelle prossime ore, nell’ambito dell’esercizio dei consueti canoni di leale cooperazione tra istituzioni, verrà formalizzata da parte del ministero dell’Istruzione una richiesta di ritiro o revisione dell’ordinanza regionale che tenga conto di quanto previsto, con grande chiarezza, dal Dpcm dello scorso 3 novembre per le zone cosiddette “arancioni”, Puglia compresa”. Poche ore dopo arriva la replica del governatore, deciso a difendere la sua ordinanza – resasi “necessaria e urgente” alla luce dei contagi – senza però alzare il livello della tensione. “Nonostante non condivida toni e contenuto della nota del Ministro, proverò in ogni modo a non polemizzare, ma a collaborare al fine di garantire la tutela di studenti, docenti, personale scolastico e famiglie pugliesi”, si legge nel lungo post pubblicato sul suo profilo Facebook, in cui Emiliano risponde punto per punto ai rilievi di Azzolina.
La ministra chiede una “relazione” alla Regione Puglia –Alla base delle richieste del ministero dell’Istruzione c’è “la condivisione di tutti i dati che hanno motivato la decisione regionale, insieme ad una relazione sugli interventi compiuti da parte delle autorità sanitarie e locali competenti per un’adeguata organizzazione complessiva del nuovo anno scolastico, secondo le indicazioni contenute nel cosiddetto “Piano scuola”, approvato a giugno anche dalle Regioni, Puglia compresa”. Ma non è finita. Lucia Azzolina ha lo sguardo già ai prossimi mesi e vuole capire cosa stia facendo la Puglia per la ripartenza: “La relazione dovrà contenere, inoltre, una puntuale indicazione in merito alle iniziative poste in essere per garantire modalità efficienti di organizzazione del trasporto locale correlato alle esigenze di riapertura delle scuole, all’utilizzo delle risorse stanziate e all’attuale attività di programmazione in vista del futuro ritorno a scuola anche delle studentesse e degli studenti della scuola secondaria di secondo grado”.
Dall’edilizia ai fondi per l’emergenza, gli altri nodi – Uno scontro che lascia spazio anche a un botta e risposta: “Il ministero ricorda che quest’anno sono stati già oltre 510 i milioni di euro stanziati per le scuole pugliesi, tra fondi per l’edilizia e risorse per l’emergenza, e lo fa in risposta alle parole pronunciate dal presidente Michele Emiliano nei confronti del sistema scolastico e, in particolare, del ministero stesso, accusati di non essersi preparati a sufficienza per la ripartenza e per l’eventuale ricorso alla didattica digitale, compresa quella a distanza”. Ad agitare ancor più le acque è la bocciatura della linea Emiliano da parte di viale Trastevere: “Non si può trasformare l’Istruzione in un servizio a domanda, quale non è e non può essere, specie nella fascia dell’obbligo. A dirlo è la Costituzione, che non prevede una indiscriminata e pericolosa regionalizzazione del sistema di Istruzione. C’è poi la necessità di preservare l’autonomia delle istituzioni scolastiche da interventi di dubbia legittimità e congruità previsti dall’ordinanza”. Infine l’ultima bordata che va a colpire anche i sindaci pugliesi: “Il ministero sta monitorando la spesa relativa ai fondi per l’edilizia leggera da parte degli enti locali. In Puglia, ad oggi è stato speso il 61,94% delle risorse assegnate rispetto al totale. Quanto alle risorse per affitti, noleggi e adeguamento spazi, solo il 42% degli enti locali beneficiari della Regione Puglia che sono stati autorizzati ha attivato ad oggi contratti di affitto e noleggio per garantire il distanziamento imposto dall’emergenza Covid”.
La replica del governatore – Con un post altrettanto lungo a quello di Azzolina, Emiliano rimanda al mittente tutte le accuse, sottolineando che la sua ordinanza sulla scuola “si limita a definire la Didattica a distanza come uno strumento di tutela della salute pubblica temporaneamente insostituibile”, peraltro scritto “in pedissequa applicazione del Piano scuola del ministero dell’Istruzione“. Per quanto riguarda il capitolo risorse (da spendere in didattica digitale, edilizia leggera e affitto spazi), il presidente della Regione sostiene che “il ministero ha scelto di erogarle direttamente alle Istituzioni Scolastiche, a Comuni e Province senza prevedere alcun ruolo programmatorio o di coordinamento in capo alla Regione”. Emiliano respinge quindi l’ipotesi che ci siano ritardi imputabili alla sua giunta, mentre si dice pronto a “stanziare risorse aggiuntive” per i trasporti qualora ce ne sia bisogno. In ultimo traccia un quadro dei contagi avvenuti in classe nel corso delle ultime settimane: “In un solo mese dall’apertura delle scuole sono risultati positivi almeno 417 studenti, 151 positivi tra docenti e personale scolastico e almeno 286 scuole sono entrate in contatto con casi covid. E migliaia e migliaia sono gli studenti e il personale scolastico attualmente in isolamento per contatto stretto avvenuto a scuola con casi positivi”.