La Regione è stata dichiarata area ad elevato rischio: vuol dire che sono vietati gli spostamenti tra i comuni se non per “comprovate esigenze”, da sottoscrivere con autocertificazione. Un problema per l'arcipelago, costituito da sette isole: solo una di queste fa comune a sé, anzi, comuni. Salina conta infatti ben tre municipalità. Le altre sei isole, invece, appartengono tutte al comune di Lipari
È vietato circolare all’interno di una sola isola, si può fare senza problemi in tutte le altre. Mare permettendo, è chiaro. È il paradosso delle Eolie, ai tempi del coronavirus. L’arcipelago a Nord della Sicilia è costituito da sette isole ma solo una di queste fa comune a sé, anzi, comuni: Salina conta infatti ben tre municipalità. L’unica con due promontori e tre sindaci: a Leni (698 abitanti), Santa Marina (881), Malfa (956). L’isola del celebre film Il Postino, famosa per il cappero ma anche per la Malvasia, conta, infatti, poco più di 2500 abitanti, sparsi su 10 km e tre insediamenti. Tra i quali da venerdì è vietato circolare: la Sicilia, infatti, rientra in zona arancione secondo le nuove norme anti contagio introdotte dall’ultimo dpcm.
Un’aerea ad elevato rischio in cui sono vietati gli spostamenti tra i comuni se non per “comprovate esigenze”, da sottoscrivere con autocertificazione. Esigenze alle quali si appelleranno sicuramente gli abitanti di Leni dove, per esempio, non c’è il distributore di benzina e per farla devono per forza raggiungere quello nel comune limitrofo di Malfa. Bisognerà, comunque, avere un motivo valido per spostarsi di pochi chilometri appena: “Una situazione un po’ folle”, ammette Clara Rametta, sindaca di Malfa, (titolare del noto ristorante Signum e mamma della chef stellata Martina Caruso). E la situazione appare ancora più paradossale se si allarga lo sguardo: nelle altre sei isole che compongono l’arcipelago delle Eolie, infatti, ci si può muovere senza autocertificazione, anche se solo via mare.
“Per andare da un lembo all’altro di tutto il mio territorio comunale ci impiego più di 48 ore”, spiega Marco Giorgianni, sindaco di Lipari, ma anche di Alicudi, Filicudi, Panarea, Stromboli e Vulcano. Salina, che invece, si può percorrere in appena venti minuti, è infatti l’unica delle “sette sorelle” a non fare capo a Lipari: “Basterebbe un solo sindaco per tutta l’isola per assicurare maggiore rappresentatività e incisività. D’altronde tutto questo è possibile solo perché la Sicilia non ha recepito la legge nazionale che ha accorpato tutti i comuni sotto i mille abitanti e a pochi chilometri di distanza”, sottolinea sempre Giorgianni. Col quale non è d’accordo, invece, Riccardo Gullo, da sempre sostenitore della triade municipale di Salina: “Ha portato molti più benefici. E di certo questo non è un momento per pensare agli spostamenti: il contagio è in crescita, penserei a stare fermi”, sostiene lui che per 15 anni è stato sindaco di Santa Marina, poi sindaco per 10 anni anche di Leni, dove adesso è vicesindaco. E anche lui ammette: “Io sono di Santa Marina ma sono vicesindaco a Leni, sono stato tutta la mattinata a capire come dovrò muovermi da casa a Leni, perché di fatto il mio non è lavoro ma amministrazione”. Chi meglio di lui può perciò conoscere le peripezie di un territorio ristretto ma governato da tre municipi: “Succede anche all’isola d’Elba”, indica subito Gullo. “Ma lì ci sono 34mila abitanti”, ribatte pronto Giorgianni. La litigiosità degli eoliani è d’altronde affare assai noto. E in occasione della crisi pandemica sciorina paradossi: “Non direi litigioso – corregge Rametta, sorridendo – le chiamerei meglio incomprensioni dovute al carattere forte di ognuno di noi”.
Intanto, un’altra anomalia, opposta a quella di Salina, la registra il caso di Stromboli: un’isola con due villaggi e nessun comune (fa capo a Lipari). Oltre l’omonimo abitato c’è, infatti, dall’altro lato dell’isola quello di Ginostra, dove in questi giorni sono stati fatti 27 tamponi su 35 persone in tutto presenti al momento. Da Ginostra al villaggio di Stromboli si può circolare liberamente, perlomeno da un punto di vista burocratico, perché da una parte all’altra della stessa isola ci si può spostare soltanto via mare: “Si può fare formalmente ma non praticamente”, conferma Giorgianni. Pur essendo nello stesso territorio non sono state costrutite strade interne di collegamento. L’unica è impervia e costeggia i crateri del vulcano, perciò è interdetta dopo le ultime esplosioni. Certo è che a limitare la pandemia alle Eolie, oltre la profonda insularità degli abitanti, c’è soprattutto il mare: al momento l’unico focolaio è a Lipari, dove 250 persone sono in quarantena, e 20 sono risultate positive. D’altronde i movimenti tra un’isola e l’altra, seppur consentiti dal dpcm, sono da sempre ridotti dal maltempo e dal numero di collegamenti via mare: se si parte alle 7 del mattino da Alicudi con destinazione Stromboli – le due più lontane -, si arriva in due ore a Lipari dove si dovrà prendere il collegamento per Stromboli bisognerà aspettare l’aliscafo delle 14.30, che arriverà alle 15.45, e poi non si potrà tornare indietro prima del giorno successivo.