Solo un paese “meritocratica-mente morto” poteva premiare Matteo Bassetti, direttore della clinica di malattie infettive dell’ospedale San Martino di Genova, dopo il suo contributo cruciale nel diffondere disinformazione relativamente alla pandemia Covid-19 (vedasi sotto la lettera dell’Agenzia Nazionale per i Servizi Sanitari Regionali).

Da notare il firmatario, Domenico Mantoan, colui che ha ammonito Andrea Crisanti per aver eseguito attività di testing (tamponi) agli asintomatici provenienti dalla Cina nelle prime fasi dell’epidemia e aver quindi contribuito in modo rilevante a salvare migliaia di vite in Veneto.

Bassetti sarà infatti ora responsabile del coordinamento scientifico del gruppo italiano che dovrà decidere per il Ministero della Salute i maggiori criteri di ospedalizzazione e deospedalizzazione dei pazienti colpiti da Covid-19.

Qui di seguito una breve (ma non esaustiva) tassonomia delle sparate di Bassetti che, a quanto pare, sembrano essere state giudicate diversamente da chi prende decisioni strategiche nelle istituzioni sanitarie nazionali.

In una recente intervista, Bassetti dichiarava che gli “ospedali [sono] al collasso per colpa di chi semina il panico”. Per l’infettivologo ligure “[le] strutture sanitarie [sarebbero] assediate da migliaia di persone asintomatiche o poco sintomatiche che potrebbero curarsi a casa”.

Qualche settimana fa, in riferimento al diffondersi della pandemia nel mondo del calcio, se la prendeva con i tamponi dicendo “quello che sta accadendo al Genoa calcio potrebbe rappresentare la Waterloo dei tamponi”. Questo nonostante il mondo scientifico e analisi autorevoli pubblicate su riviste scientifiche internazionali come Jama scrivano che il tampone è un sistema diagnostico affidabile per evidenziare la positività al coronavirus. Anzi, esiste evidenza solida che i paesi che hanno meglio gestito l’epidemia hanno adottato un approccio rigoroso che ho spesso chiamato il modello 4T (Tamponi, Tracciamenti, Trattamenti, Tempestivi).

Il 27 luglio, a Roma, nella Sala Capitolare presso il Chiostro del Convento di Santa Maria sopra Minerva, Bassetti partecipava al convegno dei “negazionisti” Covid-19 (organizzato dal senatore Armando Siri) intitolato Covid-19 in Italia, tra informazione, scienza e diritti (che ho soprannominato “Covid-19 in Italia: tra disinformazione, pseudo scienza e diritto alla bufala”). Tra i partecipanti pure Alberto Zangrillo, Gismondo, Tarro, De Donno e Clementi, Matteo Salvini e Vittorio Sgarbi.

Bassetti è stato inoltre tra i firmatari del report Emergenza finita assieme a Alberto Zangrillo, Arnaldo Caruso, Massimo Clementi, Luciano Gattinoni, Donato Greco, Luca Lorini, Giorgio Palù, Giuseppe Remuzzi e Roberto Rigoli. Il 27 febbraio diceva: “È un’infezione difficile, su cui dobbiamo porre grande attenzione, ma che alla fine è solo una forma un po’ più impegnativa di influenza”. A metà febbraio Bassetti diceva: “Molto rumore per nulla. Questo virus ha una letalità che, nella peggiore delle ipotesi, è pari solo al 3%… il virus al di fuori della Cina non è poi così contagioso”.

Alla trasmissione L’aria che tira, Bassetti diceva: “…questa è stata disegnata da qualcuno che ha voluto essere gufo… un’infezione devastante che avrebbe ucciso chissà quante persone, un’infezione letale… Questa è davvero molto simile ad un’influenza come evoluzione. Non dimentichiamoci che il dato viene dalla Cina che ha un sistema sanitario che non è evoluto come il nostro”.

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