L'allarme del direttore generale dell'Asst di Monza, Mario Alparone, da cui dipendono il San Gerardo e Desio: "La capacità di mantenere attivo un ospedale dipende dall’equilibrio tra entrate ed uscite di pazienti. Questo equilibrio da circa una settimana è compromesso. Abbiamo bisogno della stessa attenzione che abbiamo dato noi in fase uno agli altri"
Un appello perché “l’equilibrio è compromesso” ormai da una settimana e la situazione si è aggravata a causa del contagio di 340 operatori sanitari: “Ci serve aiuto”. Il direttore dell’Asst di Monza Mario Alparone, da cui dipendono il San Gerardo e l’ospedale di Desio, non ha dubbi: “In questo momento Codogno siamo noi e abbiamo bisogno della stessa attenzione che abbiamo dato noi in fase uno agli altri”, aggiunge. Monza Brianza, nelle ultime settimane, è sempre stata tra le province con il peggior rapporto tra nuovi casi e popolazione.
Così adesso servono rinforzi per fronteggiare l’ondata di ricoveri e la carenza di personale, bloccato a casa sempre a causa del virus, perché quanto l’azienda sanitaria è riuscita a reperire non basta: “Abbiamo assunto 110 nuovi operatori, di cui 40 medici e il resto infermieri, ma avendo 340 operatori positivi a casa, parliamo di una goccia in confronto ad un esercito fermo”, ha spiegato Alparone che aggiunge di aver chiesto alla Regione Lombardia l’intervento dell’Esercito e della Protezione Civile. Da domenica è stata presa la decisione di sospendere temporaneamente l’accettazione dei pazienti non gravi presso i pronto soccorso. Ad oggi sono 450 i malati di Covid ricoverati alla Asst Monza, di cui 43 in terapia intensiva al San Gerardo e 95 presso l’ospedale di Desio.
Alparone ha ricordato la difficile situazione non solo del San Gerardo ma di tutta la Brianza a causa del picco di contagi per Covid, spiegando che “vanno velocizzati i trasferimenti in altre strutture, l’ho chiesto a Regione Lombardia, unitamente all’attivazione di Esercito e protezione civile”. Nel frattempo, aggiunge, “abbiamo acquisito 45 infermieri di comunità e 34 infermieri da procedure, a tempo determinato, oltre al completo turn over di infermieri e operatori sanitari”.
“In fase uno abbiamo accolto tantissimi pazienti da fuori provincia”, ha aggiunto, ma ora “non è il momento delle polemiche, però il trasferimento in altri ospedali è fondamentale, creare posti liberi non è possibile dalla sera alla mattina ma, quando lo hanno chiesto a me, io lo ho fatto”.
“La capacità di mantenere attivo un ospedale dipende dall’equilibrio tra entrate ed uscite di pazienti. Questo equilibrio da circa una settimana è compromesso”, ha aggiunto. Il motivo del ‘collasso’ è duplice: “Il primo – spiega – dipende dal fatto che i trasferimenti di pazienti che prima venivano assorbiti dagli altri ospedali della Brianza ora è venuto meno e diventa urgente che si attivino maggiormente trasferimenti anche verso ospedali meno colpiti dal nostro”. Il personale, continua, “era sufficiente in ”tempo di pace”, a questo si riferisce una ooss quando parla delle rassicurazioni che avrei dato ma non a questa eccezionale situazione”.