I Btp a dieci anni scendono per per la prima volta sotto lo 0,61%. Partito stamattina il collocamento del Btp futura. A piazza Affari volano le banche. Corre anche il petrolio. Stabile il rapporto euro-dollaro. Lo yuan cinese ai massimi da 30 mesi. Goldman Sachs rivede al rialzo le sue stime
La voglia di brindare c’era già da qualche giorno. Ora che la vittoria di Joe Biden è ufficiale si stappa. A rendere euforiche le borse si sono aggiunte in mattinata le notizie sugli ottimi risultati della fase 3 di sperimentazione del vaccino che stanno mettendo a punto Pfizer (+ 9%) e la biotech tedesca bioNtech (+ 16%). Francoforte ha così guadagnato quasi il 5%, Parigi il 7,5%, Madrid l’8%, Londra il 4,6%. A Milano Piazza Affari ha incamerato un rialzo del 5,4%. Volano Leonardo, Pirelli, Unicredit e Bper, tutti con guadagni di oltre il 13%. Le banche sono state favorite anche dal nuovo minimo storico fatto segnare dai Btp a dieci anni, il cui rendimento è sceso sotto lo 0,61%. Questa mattina è partito il collocamento della seconda tranche del Btp futura, strumento pensato per raccogliere risorse contro l’emergenza Covid. Le sottoscrizioni hanno sinora superato i 2,5 miliardi di euro, per sottoscrivere il nuovo titolo c’è tempo fino a venerdì prossimo. Il Dow Jones cresce di oltre quasi il 5% e l’S&P500 ha segnato in apertura un nuovo record storico. Più modesto il rialzo del Nasdaq, + 0,7%.
Per partecipare alla festa, la banca d’affari Goldman Sachs ha diramato un comunicato con cui si è mostrata decisamente più ottimista, rispetto alla media degli analisti, sulla ripresa delle economie più importanti a livello globale. Gli analisti guidati dal capoeconomista Jan Hatzius sottolineano di credere che la recessione provocata dalla pandemia del coronavirus COVID-19 sarà seguita da una ripresa a V (quindi con una ripida discesa seguita da un altrettanto ripida risalita, ndr) molto più che nei precedenti cicli economici del Dopoguerra, “che sono stati scatenati soprattutto dagli shock finanziari”. Per l’economia globale, Goldman Sachs prevede quella che nel suo report chiama una V(Accine)-Shaped Recovery, ovvero una ripresa plasmata dal V(vaccino).Per il mondo intero, l’outlook è di una contrazione del Pil, nel 2020, pari a -3,9%, rispetto al -4% atteso dagli analisti del consensus di Bloomberg; per l’Italia, le previsioni sono di un calo del Pil, nel 2020, pari a -8,7%, meglio del -9,8% atteso in media dagli analisti; per il 2021, le stime sono di una ripresa del Pil dell’Italia pari a +6%, meglio del +5,5% medio.
Le borse festeggiano anche il venir meno anche della più piccola incertezza sull’esito delle elezioni Usa e il fatto che la battaglia annunciata da Donald Trump sembri un tentativo di disperata difesa con le polveri bagnate. Pochi sembrano intenzionati a seguire il presidente uscente in una serie di schermaglie legali che, verosimilmente, non porteranno da nessuna parte. I peggiori scenari ipotizzati alla vigilia del voto sembrano insomma scongiurati. Non che le borse avessero una particolare preferenza per il democratico, semplicemente temevano il protrarsi di una condizione di incertezza. L’ondata di sollievo si è propagata a tutte le latitudini. Nella nostra mattinata Tokyo aveva chiuso in rialzo del 2,1%, Hong Kong dell’1,2%. La borsa cinese di Shanghai con un + 1,8%. Difficile che la nuova presidenza Usa rinneghi completamente la politica anti-Cina del predecessore. Tra Washington e Pechino ci sono attriti strutturali che vanno ben al di là degli umori di chi siede nello studio ovale. Tuttavia una Casa Bianca democratica apre qualche spiraglio in più per un ammorbidimento delle tensioni tra i due paesi. Tant’è che lo yuan, la valuta cinese, ha raggiunto il suo massimo sul dollaro da oltre due anni e mezzo.
In forte rialzo anche il petrolio (+8%). Il rimbalzo sembra dettato più dall’entusiasmo generalizzato e dalle speranza di una ripresa economica più sostenuta che da valutazioni di medio termine. In teoria la presidenza Biden non dovrebbe essere particolarmente favorevole ai valori del barile. Il candidato democratico si è impegnato a fornire risorse per una transizione verso fonti rinnovabili, inoltre è possibile che l’atteggiamento nei confronti dell’Iran sia meno conflittuale rispetto a quello dell’amministrazione Trump. Questo significherebbe per Teheran la possibilità di aumentare le vendite del suo petrolio sul mercato, accrescendo ulteriormente l’offerta a scapito dei prezzi.