Sui social diversi cittadini testimoniano le verifiche in corso da parte della questura. “Quattro agenti della polizia volevano sapere se mia suocera ha votato - si legge in un post -, Quando ha detto che non è andata a votare, le hanno chiesto il motivo”. I magistrati non smentiscono. Interrogati alcuni dipendenti della società in house “Hermes” che alle elezioni hanno lavorato nell’ufficio elettorale. Il presidente della commissione centrale denuncia: "Gravi irregolarità nell’espletamento delle funzioni di presidente di seggio"
Molti anziani che risultano aver votato alle ultime elezioni comunali di Reggio Calabria, in realtà non sono mai andati al seggio. Il loro voto, però, comparirebbe nei verbali redatti dai presidenti di diverse sezioni. Che la Procura stia indagando sulla regolarità delle operazioni di voto è una notizia che circola da diversi giorni in riva allo Stretto. Sui social, infatti, sono comparsi diversi post di cittadini che testimoniano le verifiche in corso da parte della questura. “Per controllare se gli ultraottantenni sono andati a votare – si legge su Facebook -, si recano al loro domicilio quattro poliziotti”. E ancora: “Quattro agenti della polizia volevano sapere se mia suocera ha votato. Quando ha detto che non è andata a votare, le hanno chiesto il motivo”.
Alcuni familiari degli anziani si sono spaventati e c’è chi, per capire che se i loro congiunti siano stati avvicinati da truffatori presentatisi come agenti delle forze dell’ordine, si è rivolto alla polizia. Gli sarebbe stato risposto che “effettivamente la questura di Reggio Calabria sta facendo controlli per sapere se alcune persone anziane sono andate a votare”. Al momento, dal sesto piano del palazzo di giustizia i magistrati hanno le bocche cucite. Non trapela nulla, infatti, sull’argomento. Né una conferma né una smentita. La notizia comunque è vera e sembra che i poliziotti si siano effettivamente presentati a casa dei vecchietti, con età anche superiore agli ottant’anni.
A Palazzo San Giorgio, inoltre, si è appreso che sono stati interrogati come persone informate sui fatti anche alcuni dipendenti della “Hermes Servizi Metropolitani srl” che per conto del Comune si occupa della riscossione dei tributi a Reggio Calabria. Perché? Nei giorni in cui si sono tenute le elezioni del 20 e 21 settembre, sono stati staccati dalla “Hermes” e hanno lavorato nell’ufficio elettorale, per curare “l’ambito informatico” e i “flussi dei dati” tra l’ente e la prefettura. Tra l’altro, è proprio con il supporto dei dipendenti dell’Hermes che l’ufficio comunale rilascia le copie delle tessere elettorali con le quali gli anziani si sarebbero dovuti recare al seggio. Alcuni lo hanno fatto davvero e per questo, sempre sui social, i parenti sottolineano che “i controlli andrebbero fatti su coloro che nel seggio elettorale non hanno esibito documento perché gli scrutatori o il presidente (di seggio, ndr) hanno scritto ‘conoscenza personale’”.
Nonostante il riserbo della Procura – che sull’argomento non rilascia alcuna dichiarazione – non sembrano esserci dubbi sul fatto che il fascicolo sia stato aperto e che ci sia un’indagine, coordinata dal procuratore Giovanni Bombardieri e dall’aggiunto Gerardo Dominijanni. Spetterà a loro capire se ci sono state irregolarità che, al momento, non sembrano aver inficiato l’esito delle elezioni. Piuttosto si tratta di qualche situazione particolare che, adesso, i magistrati stanno cercando di ricostruire.
Il campo delle ipotesi, però, si incrocia con quello delle certezze. Se non si può parlare ancora di brogli, infatti, quello che si può dire certamente è che – tra il primo e il secondo turno delle elezioni comunali – il giudice Giuseppe Campagna, presidente della commissione centrale, con una lettera ha segnalato alla Corte d’Appello “‘gravi irregolarità’ nell’espletamento delle funzioni di presidente di seggio a carico di 25 nominativi”. Anomalie che andavano dal “mancato completamento delle operazioni di scrutinio” al “conteggio dei voti assegnati alle liste e al sindaco”, fino ai verbali delle operazioni “non completi degli elementi essenziali”. Una lettera che, con ogni probabilità, è già sulla scrivania della Procura.