Coprifuoco, ristoranti chiusi e attività commerciali aperte solo fino alle 19, oltre a università e scuole superiori che procedono con didattica a distanza. L’Ungheria da mezzanotte entra in parziale lockdown per 30 giorni. Una stretta annunciata su Facebook dal leader sovranista Viktor Orban che arriva dopo una settimana di ricoveri e morti da record, con una media di 5mila contagi al giorno (e una popolazione di meno di 10 milioni di abitanti) e la sanità vicina al collasso. Oggi il parlamento – dove Orban ha la maggioranza assoluta – approverà lo stato di emergenza per 90 giorni mentre il premier ha già assunto pieni poteri, come aveva fatto la scorsa primavera. Governerà con decreti per 90 giorni: questi potranno abrogare anche leggi vigenti, senza l’intervento del Parlamento. Così nei mesi scorsi, con la scusa dell’emergenza sanitaria, ha intensificato la guerra ai suoi oppositori.
Le misure del lockdown – In tutto il Paese entrerà in vigore il coprifuoco tra le 20 e le 5. La circolazione sarà garantita in quella fascia oraria solo per motivi di lavoro. Le attività commerciali dovranno chiudere dopo le 19, i ristoranti potranno solo consegnare i pasti a domicilio, gli eventi sportivi si terranno senza pubblico e le riunioni di famiglia saranno limitate a 10 persone. Verrà inoltre introdotto un divieto generale di eventi. Le università e le scuole superiori passeranno alla didattica online, mentre le scuole materne, gli asili e le classi per bambini fino a 14 anni rimarranno aperte. Gli operatori sanitari e gli insegnanti saranno testati settimanalmente per il virus. Le restrizioni rimarranno in vigore per 30 giorni, dopodiché potrebbero essere estese, ha affermato Orban. Domani il parlamento ungherese dovrebbe approvare lo stato di emergenza per 90 giorni. Sabato, 107 persone sono morte per Covid-19, il totale giornaliero più alto dall’inizio della pandemia. Il tasso di test positivi ha raggiunto un picco martedì quasi al 32%, ben al di sopra del 5% raccomandato dall’Organizzazione mondiale della sanità.
Sistema sanitario al collasso – Il vicepresidente dell’ordine dei medici ungheresi (Mok), Tamas Sved, ha denunciato che il sistema sanitario “si avvicina al collasso” e fra poco “si arriverà al dilemma il cui il medico deve decidere chi salvare e chi no”. I letti disponibili negli ospedali – denuncia Sved – sono ormai pochissimi, e mancano medici ed infermieri qualificati, nei reparti di terapia intensiva, dove, per supplire alle carenze, stanno lavorando “anche dentisti e psichiatri”. Secondo molti osservatori, le misure annunciate da Viktor Orban il 3 novembre erano sono largamente insufficienti: prevedevano la chiusura di ristoranti, bar e discoteche, mentre teatri e cinema potevano operare solamente con un terzo della capienza. “Il paese deve funzionare, l’economia non va fermata”, aveva detto Orban, che ha tuttavia promesso di impegnarsi a importare da gennaio, i futuri vaccini russo o cinese, malgrado il fatto che nessuno di questi prodotti abbia ancora ottenuto luce verde dalle autorità dell’Ue perché non hanno ancora completato la sperimentazione.