L’indagine, riferita a dati del 2019 su un campione di 50mila minori tra otto e nove anni, è stata eseguita da Okkio alla salute, il sistema di sorveglianza del Centro nazionale per la prevenzione delle malattie e promozione della salute dell’Istituto superiore di sanità (Iss). Sotto accusa la cattiva alimentazione e il poco movimento fisico
In Italia un bambino su cinque è in sovrappeso (il 20,4 per cento) mentre uno su dieci è obeso (il 9,4 per cento). Più grassi in Europa soltanto i coetanei di Cipro, Grecia e Spagna. L’indagine, riferita a dati del 2019 su un campione di 50mila minori tra otto e nove anni, è stata eseguita da Okkio alla salute, il sistema di sorveglianza del Centro nazionale per la prevenzione delle malattie e promozione della salute dell’Istituto superiore di sanità (Iss), di recente designato come centro di riferimento Oms sull’obesità infantile.
Se le differenze tra maschi e femmine sono irrilevanti, quelle geografiche contano invece molto di più. La maggior parte dei bambini che mangiano troppo e si muovono poco abita infatti nelle Regioni del Sud (Campania, Calabria, Puglia, Sicilia, Basilicata, Abruzzo, Molise). Rispetto agli anni precedenti a livello nazionale i valori sono comunque migliorati (nel 2010 la prevalenza di sovrappeso era il 23 per cento, quella di obesità l’11,2). Ma non a sufficienza. “Non siamo più il Paese della dieta mediterranea – commenta Angela Spinelli, direttrice del Centro -. Non è solo colpa della famiglie, il problema dell’obesità infantile dipende dal mercato e dalla società in generale. Se mancano le piste ciclabili, meno bambini useranno la bici per andare a scuola. Dolci e caramelle sistemati davanti alla cassa del supermercato inducono in tentazione genitori e figli. Anche l’assenza di un menù per i più piccoli nei ristoranti o la scarsa attenzione all’allattamento al seno possono contribuire ad accumulare chili di troppo”.
L’indagine Iss rileva una serie di cattive abitudini alimentari e negli stili di vita. Partiamo dalla colazione: il 35,6 per cento dei bambini la fa sbilanciata (troppo carboidrati o troppe proteine) e quasi il nove per cento la salta del tutto. A scuola oltre la metà dei bambini consuma una merenda eccessiva, che a lungo andare fa prendere peso. “Basterebbe ridurre le quantità, un piccolo panino o un frutto”. Il 25,4 per cento beve quotidianamente bibite zuccherate o gassate e più o meno nella stessa percentuale non mangia frutta e verdura tutti i giorni. Il consumo di legumi, indicatore introdotto per la prima volta (“è un alimento poco consumato in Italia ma può benissimo sostituire la carne o il pesce” spiega l’esperta), è ancora limitato (38,4 per cento). Al contrario di quello di snack dolci e salati (altro indicatore nuovo): i primi sono scelti da oltre il 48 per cento dei bambini più di tre giorni la settimana, i secondi dal 9,4. La sedentarietà pesa parecchio. Il 43,5 per cento dei bambini in età scolare ha la tv nella propria stanza e il 44,5 per più di due ore al giorno la guarda oppure usa videogiochi, tablet o cellulare. Preoccupa anche che un’altissima percentuale (73,6) per andare a scuola non faccia attività fisica (a piedi o in bicicletta). Per figli più in salute servono senz’altro genitori più consapevoli. Il 40,3 per cento dei bambini in sovrappeso o obesi, si denuncia nell’indagine Iss, è percepito dalle madri come normopeso o addirittura sottopeso. Sempre le madri (il 70 per cento) pensano che la quantità di cibo assunta dal proprio figlio non sia eccessiva. Mentre quasi il 60 per cento di quelle con figli che fanno poco sport è convinto che l’attività fisica svolta sia adeguata. “Sicuramente l’educazione alimentare in classe aiuterebbe a crescere bambini più sani e in futuro genitori più accorti. Ma – ripete Spinelli – la responsabilità del benessere dei più piccoli ricade su tutta la società”. Un’altra brutta abitudine è dormire meno di nove ore per notte (vale per il 14,4 per cento dei bambini). “Si è visto infatti che un sonno più ridotto è associato alla comparsa dell’obesità” dice Spinelli.
Il periodo di lockdown e didattica a distanza causato dalla pandemia potrebbe avere un impatto negativo sulla dieta e l’attività motoria dei bambini. “Potrebbe però essere anche un momento di opportunità per rivedere lo stile di vita, dedicando più tempo per cucinare insieme piatti più salutari, mangiando con meno fretta, a orari regolari, e possibilmente presto la sera per favorire la digestione. Se la palestra è chiusa, si possono fare esercizi in casa. L’Iss ha prodotto alcune proposte di attività fisica tra le mura domestiche a disposizione di tutti sul sito online” conclude Spinelli.