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J.K. Rowling torna con un un nuovo libro: Ickabog, la favola nata durante il lockdown. Ma sui social in molti invocano il boicottaggio

La genesi del libro ha coinvolto molte famiglie nel mondo: per allietare un periodo così oscuro, la scrittrice ha invitato i bimbi tra i 7 e i 12 anni a partecipare a un Torneo delle illustrazioni. Hanno perciò letto in anteprima i capitoli della storia disegnando ciò che li ispirava

di F. Q.

Un regno da favola dove tutto è perfetto, e una leggenda nata per spaventare i bambini che si è trasformata in una fiaba durante i lunghi mesi del lockdown. J.K. Rowling, la ‘mamma’ di Harry Potter, torna in libreria con l’Ickabog (Salani, 320 pgg) un nuovo libro per bambini i cui diritti d’autore verranno donati alle persone colpite dal coronavirus, in Inghilterra e nel mondo. La genesi del libro ha coinvolto molte famiglie nel mondo: per allietare un periodo così oscuro, la scrittrice ha invitato i bimbi tra i 7 e i 12 anni a partecipare a un Torneo delle illustrazioni. Hanno perciò letto in anteprima i capitoli della storia disegnando ciò che li ispirava. Così ogni Paese avrà un’edizione unica, con i disegni dei bambini. Oltre ad aver tenuto compagnia, ai bambini di mezzo mondo. La beneficienza, la fiaba i bambini: sembra tutto perfetto, eppure, sui social molti chiedono il boicottaggio. Il motivo non riguarda l’opera, ma l’autrice e le posizioni transfobiche, cioè offensive nei confronti delle persone trans, espresse in passato.

La Rowling ha scritto anche un romanzo per adulti, Il seggio vacante, e una serie di gialli sotto lo pseudonimo di Robert Galbraith, ma viene ricordata principalmente per la saga di Harry Potter: sette capitoli, numerosi spin-off e un successo cinematografico che è ancora oggi una miniera d’oro, tra gadget, merchandising e parchi a tema. Tanto è vero che sta per tornare su Canale 5 la maratona completa, per allietare le serate chiusi in casa. Ma se la storia del maghetto con gli occhiali tondi è ancora tra i libri più amati – dagli adolescenti di oggi e dagli adolescenti ormai adulti – la sua autrice si è trovata al centro di numerose polemiche per una serie di tweet che hanno toccato da vicino la comunità Lgbtq, specialmente le persone trans. Motivo? In un tweet in particolare sottointendeva che solo le donne con le mestruazioni sono veramente donne. “Conosco e amo le persone trans – si è difesa dal diluvio di critiche – ma cancellare il concetto di sesso significa rimuovere la capacità di molti di discutere in modo significativo delle loro vite”. In un’altra occasione l’autrice aveva difeso Maya Forstater, cittadina britannica licenziata per aver scritto sui social che una donna trans, in fondo, è sempre un uomo. J.K.Rowling viene accusata di essere Terf, cioè di appartenere a quella frangia (minoritaria, ma molto rumorosa) di femministe che escludono delle donne trans dal loro movimento, basandosi esclusivamente sul sesso biologico. L’acronimo infatti sta per “trans excluding radical feminism”. Insieme a 150 scrittori, accademici e attivisti la Rowling ha poi firmato una lettera aperta in cui si denunciava la scarsa libertà di parola e si parlava di “una tendenza alla gogna pubblica e all’ostracismo“.

Per i suoi fan è stato uno shock: possibile che chi ha inventato una saga basata sul valore dell’inclusione e della tolleranza reciproca sia capace di scrivere cose così offensive? La questione ha infiammato il pubblico più giovane e più sensibile alla questione Lgbtq, che ora grida al boicottaggio. Riaprendo l’eterna domanda: si può separare l’opera dal suo autore? Caravaggio ha ucciso un uomo, ma viene esposto nei musei. Kevin Spacey ha subito diverse accuse di molestie sessuali, mandando in crisi i fan della serie House Of Cards. Ma chi viene prima, l’attore o l’uomo? L’autrice o la femminista con posizioni controverse

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