Piccolo stupidario del fine settimana calcistico, con il titolo che vuole essere un tributo (a modo nostro) alla fortunata trasmissione Mediaset - In questa puntata il lussuoso salotto friulano, dove dress code e tecnologia sono inversamente proporzionali a quanto fatto vedere sul campo dai bianconeri
Essere penultimi ma con un gran potenziale. C’è molto da girarci attorno quando al lunedì va in onda Udinese Tonight. Perché a stare laggiù in fondo, senza cedere alle lascive lusinghe della B, bisogna rifarci l’abitudine. Ad Udine era questione archiviata dai tempi di Geronimo Barbadillo. Tanto che il salotto tv del commento post partita bianconero condotto da Giorgia Bortolossi ha tutti i crismi dell’upper class calcistica della A. Uno studio avveniristico con portelloni semoventi modello Speciale Champions League, una spruzzatina di glamour numero cinque da Pressing Serie A e perfino lo schermo “touch” per la tattica spiegata bene con tanto di fondale sponsor Sky per gli uomini che non devono chiedere mai. A questo punto pare incredibile che non siano in collegamento da casa Leo Messi o Robert Lewandoski mentre rigira i wurstel sul barbecue. Devono aver dato buca all’ultimo. Al loro posto, in streaming, capita nientemeno che Bram Nuytinck. Possente difensore bianconero che parla come Karina Huff in Sapore di mare.
Se mai qualcuno non lo conoscesse, in trasmissione si fanno paragoni alquanto modesti. Il nostro Rio Ferdinand, il nostro Stam, il nostro Edinho. Se mancano Beckenbauer e Cruyff è solo perché andava lanciata la pubblicità. Altrimenti Nuytinck (si pronuncia noitonch, ma anche gntnck in dialetto bisiacco) avrebbe stracciato il confronto anche con Franco Baresi. La confidenza con il cristone calvo di Heumen, erede di Scirea, spinge addirittura la conduttrice a porgli una domanda che nemmeno Bernardo Bertolucci con Maria Schneider: “Quanto ti manca il burro olandese?”. Ungete il padellone del frico, dunque. Ma senza macchiare il vestito. Già, perché nello studio di Udinese Tonight ospiti e conduttrice indossano tutti eleganti doppiopetto. Insomma, niente classifica favorevole? Ci si rifaccia almeno nel gusto del vestire. Massimiliano Moras opta per un blu cobalto con fazzoletto fiorato nel taschino. Tiziano Zampieri preferisce un azzurro grigio con panno morbido che si piega un po’ sull’addome accoppiato ad un fazzoletto bianco. Mentre Bortolossi si accontenta di una giacca corta panna rosa con bottoni bianchi. Un’eleganza spropositata da ricevimento con sindaco in sala comunale matrimoni nella Loggia del Lionello. Si vede che l’abitudine è quella di partecipare ai grandi eventi dell’Europa League. Nessuno sfigurerebbe nemmeno di fronte all’hype di Flavio Caressa e Beppe Bergomi, con o senza giacca. Solo che a un certo punto della sera la questione del bicchiere mezzo vuoto comincia a premere come un marchigiano alla porta.
Il derby col Pordenone sembra più imminente di un lockdown. Ma avvolti nello charme da haute couture gli ospiti della Bortolossi si rimpallano la patata bollente. Lo dico io? Lo dice lei? Facciamo che non lo diciamo? Moras preferisce sviare l’attenzione sui furti subiti (“con il Verona al Milan torna indietro quello che ha rubato qui”). Zampieri offre una lettura sugli impietosi numeri di difesa e attacco bianconeri sostenendo che comunque “ci tirano poco in porta” e che “il portiere dell’Udinese ha fatto meno parate di tutte le squadre del campionato”. Il collega Bibi Belluzzi in collegamento da Milano rassicura: “Non dobbiamo essere preoccupati. Dobbiamo giusto rimproverarci di non aver segnato molto”. Solo che agli spettatori a casa qualcosa non quadra. Lo stridulo suono dei violini del Titanic si percepisce da qualche settimana. Bram Nuytinck ha appena messo via la foto di Di Bartolomei dal comodino e ha ritirato fuori le magliette sudate di Sella e Cavallo. Il premio del Fogolar Friulano, una commovente carrambata, allunga solo di poco i tempi dell’agonia. “Certo che però buttare via dei punti così…”, fa melina Zampieri. “Certe disattenzioni a questi livelli poi le paghi”, fa eco Moras. “Sono numeri freddi, difficili da digerire”, chiosa il redivivo ed altrettanto fine Marco Tavian, giacca nera e fazzoletto nel taschino, usando la metafora da apparato gastrointestinale. Se non fosse per Kitikaka lesto ad intervenire via What’sApp per chiedere se esiste una ragione misteriosa dietro alla profusione di eleganti doppiopetto in trasmissione, gli ospiti non si scioglierebbero, rispondendoci in diretta. “Ci telefoniamo” (risate). “È una coincidenza” (risate). “È eleganza” (applausi). In Friuli l’abito fa ancora il monaco. Firmato Armani.