Il percorso di riforma interna del M5S è iniziato con una serie di riunioni che nei giorni scorsi hanno dato corpo a diverse proposte provenienti non solo dai portavoce ma soprattutto dai territori. A differenza dei partiti dove una direzione centrale o un leader decidono per tutti, noi, ancora una volta, abbiamo dato vita a un grande processo di partecipazione collettiva. Ore di riunioni on line hanno fatto emergere molteplici idee frutto di passione e desiderio di continuare a cambiare questo Paese. Un Paese che, dopo decenni di devastazioni, abbiamo ereditato in macerie e che stiamo dimostrando di saper ricostruire.

Il M5S è cresciuto celermente e ci siamo accollati responsabilità immense, inaspettate come la pandemia e le stiamo affrontando con grande spirito di dedizione e senso dello Stato; questo però ha limitato quel processo di crescita interna che io, da tempo, reputo vitale. Il M5s non ha un’organizzazione territoriale e ciò ha causato in alcuni casi uno scollamento tra gli eletti e gli attivisti sul territorio. Il M5s l’ho sempre immaginato come un albero, se non si attinge dalle radici si è destinati a morire e le radici sono i nostri territori. È tempo di risolvere questa e altre mancanze che possano rendere la nostra azione politica più incisiva e riconoscibile.

Prima di tutto bisogna far partire i lavori fissando dei pilastri, dei valori stabili e inderogabili: la tutela dell’ambiente e la rivoluzione energetica che abbiamo intrapreso già con le “comunità energetiche” e l’Ecobonus. La sanità e l’acqua devono essere pubbliche, come anche la scuola che deve essere valorizzata e in grado di formare cittadini consapevoli. Dopo il reddito di cittadinanza occorre puntare a un reddito minimo per tutti, anche perché la robotica creerà nuove sacche di disoccupazione e ulteriori diseguaglianze sociali. L’immigrazione va gestita coniugando la testa e il cuore disinnescando nuove guerre tra poveri volute solo per inculcare paure che creano effimero consenso. A livello internazionale deve sempre prevalere il dialogo, il multilateralismo e, se desideriamo costruire una cultura di pace, avere il coraggio di frenare la corsa agli armamenti.

Sono molteplici le azioni da intraprendere per realizzare una struttura orizzontale e flessibile, indispensabili sono dei referenti per ogni provincia che si occupino di comunicazione e organizzazione. Usando i capitali maturati con il taglio degli stipendi degli eletti (114 milioni di euro), vanno creati luoghi d’incontro che io ho definito “Agorà a 5 Stelle” (almeno uno in ogni provincia) dove i portavoce possono riferire il lavoro che si sta realizzando in parlamento, dove si invitano associazioni, categorie ed esperti di diverse discipline. Luoghi che devono divenire presidi culturali, di formazione e di comunicazione con il territorio.

È altresì importante uno scudo legale per i consiglieri comunali sovente sotto attacco per denunce che mirano a soffocare iniziative scomode soprattutto in quelle aree del Paese a forte infiltrazione criminale. C’è poi da riflettere sul tema della comunicazione. Il M5S sin dalla sua nascita è sistematicamente attaccato su ogni fronte. Non sarebbe da escludere l’idea di una Tv a 5 Stelle, un canale satellitare in cui si veicola cultura, dove possa emergere un’informazione credibile, che spieghi ai cittadini le nostre posizioni e dia risalto al lavoro che stiamo facendo in Parlamento. Tutto ciò non basta, bisogna coinvolgere di più gli iscritti, soprattutto a livello di scelte che incidono sul territorio, rendendo più concreta l’idea di democrazia diretta a noi particolarmente cara. Su quest’ultimo punto la piattaforma Rousseau può essere un utile strumento a servizio del M5s, incrementando il numero di votazioni e dei momenti di formazione, creando sezioni regionali e depennando quegli iscritti che non hanno profili pubblici e riconoscibili che verosimilmente non sono vicini al movimento ma utili solo a generare possibili cordate.

Sul tema dei due mandati in Parlamento reputo che 10 anni siano più che sufficienti se svolti intensamente come un portavoce del M5s è tenuto a fare, si possono trovare nuove formule come rendere possibile a un parlamentare di candidarsi alla presidenza di una regione o a sindaco.

Domani gli iscritti di Rousseau sceglieranno 30 tra attivisti e portavoce che interverranno agli Stati generali per illustrare le istanze scaturite da questi giorni in cui è prevalsa quell’intelligenza collettiva che è la nostra forza e la nostra diversità. Ognuno di noi è chiamato a dare il proprio contributo per permettere a questo grande progetto di trasformazione sociale e politica di continuare a realizzare quel cambiamento di cui dobbiamo essere orgogliosi.

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