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Supreme comprato da VF Corporation per 2,1 miliardi di dollari: storia di un brand che è diventato lo “Chanel dello streatwear”

Supreme venne fondata da James Jebbia nel 1994. Classe ’63, inglese, una mini carriera da baby star nelle tv britannica, trasferitosi a New York a 19 anni, Jebbia acquisì esperienza e sperimentò la propria creatività nell’ambito dello streetwear

di Davide Turrini

I capi d’abbigliamento come oggetti arte avranno un nuovo padrone. Supreme, la storico marchio di streetwear newyorchese, verrà rilevato dalla multinazionale VF Corporation. Lo hanno annunciato i media americani ricordando che si tratta di un’acquisizione costata 2,1 miliardi di dollari (1,7 miliardi di euro) e che si concluderà entro la fine del 2020. Supreme venne fondata da James Jebbia nel 1994. Classe ’63, inglese, una mini carriera da baby star nelle tv britannica, trasferitosi a New York a 19 anni, Jebbia acquisì esperienza e sperimentò la propria creatività nell’ambito dello streetwear lavorando negli anni ’80 in diversi punti vendita di vestiti, pantaloni e scarpe piuttosto eccentrici, come Parachute, negozio minimalista di Soho frequentato dagli skater. Nel 1989 aprì un piccolo negozietto di vendita al dettaglio sempre a New York mettendo in vetrina capi d’abbigliamento inglesi. Cinque anni dopo a Lafayette street, Manhattan, Jebbia tirò su la serranda della rivoluzione dello streetwear metropolitano.

Tra controcultura urbana giovanile e una strizzatona d’occhio al mondo dell’arte contemporanea molto radical e molto chic (Jebbia venne soprannominato “Chanel dello streetwear” e collaborò pure con Damien Hirst), l’ex baby star inglese ha reinventato, tra gli altri, la classica felpa adolescenziale, allargandone torace e vita, donandole le fattezze da trapper ciondolante, e dotandola di cappuccio tunnel buio alla Banksy. Il marchio Supreme poi, scritta bianca e sfondo rosso fuoco, omaggio al celebre album del jazzista John Coltrain “A love supreme”, divenne negli anni un’effige internazionale al pari dei grandi marchi dell’haute couture della moda. L’acquirente di Supreme, invece, è la multinazionale classica statunitense che nel tempo ha già inglobato, risucchiato, rilevato storici marchi dell’abbigliamento statunitense dall’hype molto pop. Si va dall’outdoor di Vans, Napapijiri, The North Face, Timberland, Eastpack e Timberland, fino ai marchi cult della storia del jeanswear Wrangler e Lee. VF ha detto di aspettarsi che Supreme aumenterà le sue entrate di almeno 500 milioni di dollari entro il 2022 ed ha garantito che il fondatore James Jebbia resterà a far parte dell’azienda.

Supreme comprato da VF Corporation per 2,1 miliardi di dollari: storia di un brand che è diventato lo “Chanel dello streatwear”
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