Alla Asl Roma 5 i conti non tornano. Ci sono positivi al Covid ‘inconsapevoli’, sfuggiti ai controlli per ritardi consistenti nella comunicazione dei referti. Una situazione che ha messo in allarme tutti i comuni del quadrante est della Capitale. “Gli esiti di circa 3.500 tamponi fatti nelle ultime settimane – conferma un funzionario dell’azienda sanitaria – sono stati comunicati ai comuni interessati e a coloro che si sono sottoposti al test, con 20 o anche 30 giorni di ritardo; alcuni ancora non sono stati notificati. Tra questi sono risultati circa 1.200 positivi”.

Il rischio è che qualcuno, magari asintomatico, sia uscito di casa creando non poche conseguenze dal punto di vista sanitario. Oltre al fatto che, in assenza dell’esito dei test, l’Asl ha potuto avviare il tracciamento dei contatti stretti solo tre-quattro settimane dopo. “Il 4 novembre – spiega Giuseppe Proietti, sindaco di Tivoli – l’azienda sanitaria ci ha inviato una mail comunicandoci 216 positivi, circa il 50% in più rispetto a quelli del giorno prima. Nella mail l’Asl ha ammesso il ritardo derivante dal sovraccarico dei test che i laboratori hanno dovuto effettuare nelle ultime settimane”. La stessa comunicazione è arrivata al comune di Guidonia che ha visto schizzare, da un giorno all’altro, il numero dei positivi registrando 252 casi in più. Scena che si è ripetuta in altri municipi della zona. Un’impennata dei casi “presumibilmente – prosegue Proietti – derivanti da tamponi fatti a ottobre il cui esito è stato comunicato in ritardo”. Sommando solamente i positivi ‘improvvisi’ dei due comuni più popolosi, Tivoli e Guidonia, la stima dei 1.200 positivi ‘dimenticati’ appare quindi ragionevole, visto che sul territorio di competenza della Asl ci sono 70 municipi.

I ritardi hanno sollevato anche proteste e malumori dei cittadini confinati in quarantena fiduciaria in attesa del referto. La pagina Facebook dell’azienda sanitaria, con un bacino d’utenza di circa 450mila persone, è stata invasa da messaggi di protesta e incredulità di chi attende ancora risposta. “Aspetto il referto dal 29 ottobre – denuncia Eleonora – vi preghiamo fateci avere il referto siamo sequestrati in casa”. “Come potete tracciare i contatti dei positivi se poi i risultati dei tamponi arrivano, se arrivano, dopo 2 settimane?”, si chiede Massimiliano. “Più di una settimana e ancora nessuna risposta per una ragazzina che deve rientrare a scuola, ha perso due settimane solo per la vostra risposta che non arriva”, sottolinea Viviana. E ancora “ho inviato quattro mail, ho chiamato tutti i numeri possibili e immaginabili e ancora sono in attesa dal 27 ottobre. Ho messo anche in oggetto che sono incinta!”, scrive Francianne.

Anche per questo motivo ora l’azienda sanitaria ha organizzato una task force per mettere in ordine i conti. La Asl sottolinea in una nota che “a causa dell’elevato numero dei tamponi eseguiti e all’andamento in crescita del numero dei positivi, come purtroppo in tutta la nazione, si è determinato un sovraccarico dei laboratori di analisi e del sistema di tracciamento dei referti, che ha portato ad un ritardo nelle comunicazioni istituzionali del numero dei positivi. Ora è stato messo in piedi un team di oltre 60 persone che sta riallineando i dati”.

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