Il governatore interviene dopo che ieri da Palazzo Chigi è trapelata l'ipotesi di inviare l'esercito per alleggerire la pressione sugli ospedali regionali, ad esempio creando nuovi presidi anti-Covid. Poi attacca: "L’unica nostra richiesta è da tempo l’invio di medici e da questo punto di vista le risposte non sono arrivate". Nel frattempo l'autore del video diffuso ieri si difende: "Ho girato quelle immagini per far capire che lì ci trattano come appestati"
Si alzano i toni dello scontro tra la Campania e il governo, dopo che ieri il video di un paziente con sospetta infezione da Covid-19 deceduto nell’ospedale Cardarelli di Napoli ha fatto il giro del web. Palazzo Chigi ha fatto sapere di essere al lavoro per inviare l’esercito e la Protezione civile nella Regione, in modo tale da aumentare i presidi anti-Covid e alleggerire la pressione sulle strutture sanitarie. Ma ora il governatore Vincenzo De Luca sostiene che la notizia è del tutto falsa: “Nessun ospedale da campo verrà in Campania”. “L’unica nostra richiesta è da tempo l’invio di medici“, ribatte all’esecutivo, “e da questo punto di vista le risposte non sono arrivate. Il resto è sciacallaggio“. Secondo De Luca, “prosegue una intollerabile campagna contro la sanità della Campania”. Iniziata, a suo dire, dopo che il ministero della Salute ha messo in dubbio i dati su cui si basa il monitoraggio settimanale della pandemia, rinviando la decisione sull’eventuale slittamento della Regione in zona arancione o rossa a venerdì.
Nel corso del pomeriggio il presidente ha rincarato la dose: durante la riunione con il ministro Francesco Boccia, i Comuni, le province, il commissario Arcuri e il capo della Protezione civile Angelo Borrelli, ha protestato contro la sproporzione tra la richiesta della sua Regione di 1.400 sanitari (600 medici e 800 infermieri chiesti un mese fa) e quelli effettivamente inviati dal governo che – secondo quanto da lui affermato – ammonterebbe a circa sette anestesisti. Un’accusa che però lo stesso Boccia rimanda al mittente: “Il Governo è totalmente al fianco di tutta la comunità campana e ha sempre garantito il massimo aiuto alla Regione. Dal 24 ottobre la Campania ha sul tavolo, attraverso la Protezione civile, la disponibilità di 2.236 operatori sanitari, arruolateli“. Poi tende la mano: “Se avete bisogno di altri volontari facciamo un bando ad hoc solo per la Campania domani mattina, ma basta polemiche“. Qualora De Luca decida di varare una nuova stretta in Regione, inoltre, il ministro si dice pronto ad appoggiarla. “Se vuoi adottare misure più rigorose – dice rivolto a De Luca – ti sosteniamo così come abbiamo sostenuto oggi Emilia Romagna, Veneto e Friuli Venezia Giulia con l’intesa data dal ministro della Salute”.
Nel frattempo vanno avanti le indagini sull’uomo trovato senza vita nel bagno del pronto soccorso del Cardarelli. Dal primo esame appare verosimile che possa essere stato colto da infarto. Gli inquirenti, però, coordinati dal pm Liana Esposito e dal procuratore aggiunto Simona Di Monte, hanno deciso di sottoporre a sequestro la salma per un eventuale esame autoptico che potrà chiarire in maniera inequivocabile quale siano state le cause del decesso. Gli investigatori della Squadra Mobile hanno inoltre acquisito la documentazione clinica della struttura dopo che i familiari della vittima hanno presentato una denuncia. Agli atti sono finite anche le testimonianze delle persone presenti nell’ospedale, il video diffuso sui social e le immagini dei sistemi di videosorveglianza.
A girare le immagini nell’ospedale, che hanno provocato l’indignazione della politica e la reazione dell’esecutivo, è stato un 30enne di Marianella, Rosario La Monica. “Quel video e anche altri li ho girati e anche messi su Fb per far capire che lì ci trattano come appestati, anziani abbandonati e lasciati soli, come è successo a quel vecchio morto in bagno, che era vivo quando sono entrato”, ha dichiarato all’Ansa. “Era in stanza con me, – dice ancora Rosario – non usciva dal bagno e quindi sono entrato. Non riusciva a respirare perché aveva il Covid. Gli ho buttato dell’acqua in faccia e poi ho chiesto aiuto, ma nessuno mi dava retta. Sono arrivati dopo mezz’ora ed era già morto”. Una ricostruzione diversa da quella dei vertici dell’ospedale: “Tutti i pazienti vengono, sin dall’ingresso, seguiti, valutati, sottoposti a esami diagnostici e terapie in questo caso il paziente autonomamente dalla ‘zona Sospetti’ dove era ricoverato è andato in bagno e lì ha trovato purtroppo la morte”, ha dichiarato in un videomessaggio il direttore generale Giuseppe Longo. Il primario delle emergenze, Fiorella Paladino, sostiene che “è difficile e doloroso commentare le dichiarazioni di Rosario La Monica, più volte le nostre infermerie hanno dovuto chiedere a quell’uomo di allontanarsi dalla strumentazione medica e dai monitor di sorveglianza di altri pazienti“. “Un uomo disturbato – aggiunge Paladino – che nel breve tempo nel quale è stato ricoverato ha tenuto un comportamento ossessivo“.
Sul caso è tornato anche a parlare il ministro degli Esteri Luigi Di Maio, che ieri aveva definito “scioccanti” le immagini arrivate dal Cardarelli. “C’è un’emergenza nell’emergenza e sono le immagini che arrivano dagli ospedali della Campania. Ora bisogna intervenire“, ha dichiarato in diretta Facebook. Poi è tornato a chiedere che esercito e protezione civile siano mandati “in rinforzo ai nostri medici ed infermieri” al Sud, nonostante De Luca abbia smentito l’ipotesi. “Il ministro Speranza ha la mia fiducia”, ma “se ci sono file di 30 ore fuori dagli ospedali si devono dichiarare le zone rosse. Non so se regionali o provinciali ma decidiamo”, conclude l’ex leader M5s. Servono “zone rosse dove ci sono situazioni negli ospedali fuori controllo, e poi esercito e protezione ma anche collaborazione istituzionale“. Un messaggio condiviso anche dai parlamentari napoletani Sandro Ruotolo e Paolo Siani, che in una nota scrivono: “Non c’è più tempo da perdere. Napoli e la Campania vanno messe in sicurezza. Le aree metropolitane e quelle a maggiore densità di popolazione vanno indicate come zone rosse. Prima che sia troppo tardi“.