“Probabilmente le previsioni, anche quelle che ho fatto io, sono state sbagliate. Purtroppo è tornata una importante ondata di questa infezione che nessuno di noi avrebbe voluto rivedere, trovando in molte situazioni medici, sanitari e sistemi già stanchi da una prima ondata che avevamo voluto dimenticare troppo presto“. Sono le parole di Matteo Bassetti, direttore del reparto di Malattie infettive dell’ospedale San Martino di Genova e componente della task force Covid-19 della Liguria, nel corso della trasmissione “L’aria che tira” (La7), circa la situazione estremamente critica degli ospedali italiani nella seconda ondata della pandemia da coronavirus.
L’infettivologo accusa: “E’ inutile dire che è colpa di quello che non si è fatto quest’estate. No. La colpa è quello che non abbiamo fatto per 30 anni. I tedeschi hanno gestito meglio di chiunque altro questa situazione, perché hanno un numero di posti di terapia intensiva, di ospedali, di organizzazioni sanitarie sul territorio che sono 10 volte migliori dei nostri. Quindi, il nostro problema viene da lontano. Quando fai una riforma economica e togli soldi alla sanità, alla scuola, all’università, alla ricerca, è evidente che nelle situazioni di emergenza ti trovi in difficoltà”.
Bassetti, infine, dissente dai colleghi medici che invocano un lockdown in tutta Italia: “Io non credo che siano i medici a dover stabilire se è necessario un lockdown. Il nostro mestiere è un altro e deve essere quello di curare tutti e di farlo nel modo migliore. La decisione se fare o meno un lockdown spetta esclusivamente alla politica sulla base dei dati che il mondo della medicina le fornisce. Quello che abbiamo fatto a marzo è irripetibile. Non possiamo pensare di chiudere nuovamente l’Italia per due mesi, e non solo per il discorso economico, ma anche per quello sanitario. Noi ancora oggi dobbiamo ancora recuperare le prestazioni che abbiamo perso per tutti i malati non covid tra marzo e giugno. Ce lo siamo dimenticati?”.