La rubrica del giovedì con il bestiario di ciò che accade nelle serie minori del pallone italiano. Il direttore di gara sempre nel mirino di calciatori e allenatori, anche in tempo di Covid. E non si fermano neppure le schifezze dal dischetto: il derby Fulham-West Ham docet
Come paleontologi in siti preistorici a cercare pezzi di dinosauri, così, noi, a causa del Covid, nella polvere a cercare i frammenti ossei lasciati sui campi di provincia da interventi di difensori troppo irruenti, monetine di vecchi coni scagliate contro arbitri o assistenti, echi di imprecazioni rimasti come energia nell’aria. Pure la Serie D si ferma, lasciando di nuovo noi di questa rubrica come i meme di Pablo Escobar: soli a sognare di mettere il vaccino nelle borracce di tutti i campi, a partire dalla terza categoria, come fosse Roipnol in un Argentina-Brasile. Ma non demordiamo. E tra la nostra attività di paleontologi e ciò che arriva dall’estero raccontiamo ancora una Domenica Bestiale.
L’ironia irriguardosa
In Toscana, si sa, l’insulto è una materia accademica, un’arte che si coltiva da piccoli e si perfeziona. Ironica, sì, e a volte irriguardosa. Non deve esserne un grande amante l’arbitro che ha sanzionato il mister del Castelnuovo Garfagna che quell’arte la esercitava, un po’ contro tutti in verità, squalificandolo perché “usciva dalla propria area tecnica e rivolgeva alla terna frase irriguardosa. Uscendo dal campo rivolgeva ad un A.A. frase irriguardosa. A fine gara, rientrava indebitamente sul terreno di gioco ed avvicinatosi al sopracitato ufficiale di gara pronunciava frase ironica”. A noi piace l’ironia, e anche l’irriguardoso se non lo è troppo.
È ancora attaccato
Perdere un giocatore, magari fondamentale, per squalifica fa rabbia, non c’è dubbio ma si cerca di porvi rimedio. Come? Magari provando a chiedere all’arbitro di chiudere un occhio. E se rifiuta? Impedendogli materialmente di scrivere il referto. Come ha fatto il mister del Castelfiorentino, squalificato fino al 24 dicembre perché “con atteggiamento minaccioso, tratteneva con forza un braccio del D.G. al fine di non fargli notificare l’espulsione a un proprio calciatore”. Dicono sia ancora attaccato al braccio dell’arbitro.
In loving memory Gaucho
Lookman vuol dire letteralmente “uomo che guarda”. Ma Tinto Brass non c’entra: anche i Gaucho, intesi come mandriani, passavano ore nelle pampas a guardare il bestiame o le prede da catturare. E in base a questa (assai improbabile, ammettiamo) assonanza l’ottimo Lookman del Fulham ha deciso di richiamare la memoria del compianto Gaucho Toffoli. In un derby, Lookman ha tirato una delle più grandi schifezze mai viste dal dischetto, proprio come il brasiliano fece in Lecce-Foggia. Un cucchiaio bruttissimo, lento, prevedibile, che forse non sarebbe entrato neppure senza portiere in porta: tutto questo al 97esimo, col suo Fulham in svantaggio per 1 a 0 nel derby contro il West Ham. Ci piace pensare a Franco Mancini e al Gaucho che guardano la partita assieme e per quel rigore si sfottono, lassù.
La squadra materasso
Chiudiamo con l’immagine triste che arriva dagli amici della pagina Facebook Abruzzo Calcio Ignorante: col campo, purtroppo deserto, della Vis Cerratina, seconda categoria, diventato, non si sa per quale motivo, deposito per materassi dismessi. Ma andranno via i materassi, torneranno le squadre materasso.