L’indagine sull’iter burocratico che ha portato la Regione Sardegna al via libera all’apertura delle discoteche nella settimana di Ferragosto entra nel vivo. I poliziotti della Squadra mobile, su ordine della procura di Cagliari, si è presentata nella sede della Regione per acquisire tutti i documenti relativi alla procedura. Alle 10 gli investigatori, in cinque, sono saliti al quarto piano, dove si trova l’assessorato alla Sanità, bloccandone l’accesso a chiunque e iniziando a portare via tutti i documenti (compreso il parere del Comitato tecnico scientifico).
Il fascicolo aperto dai magistrati cagliaritani è al momento contro ignoti e ipotizza il reato di epidemia colposa. Come riportano i quotidiani sardi, tra i documenti prelevati dagli investigatori nel palazzo della Regionale, ci sono le ordinanze fino a quella sotto i riflettori dell’11 agosto e i pareri dei componenti del Comitato tecnico scientifico sui quali il presidente Christian Solinas aveva basato la decisione.
L’inchiesta è nata dopo un servizio di Report, trasmesso lunedì sera, durante il quale diversi componenti della maggioranza di centrodestra hanno sostenuto di aver percepito “pressioni” da parte dei gestori dei locali nei giorni in cui la giunta doveva decidere se prorogare o meno le apertura, alla luce della ripresa dei contagi. In particolare, i magistrati – con l’aggiunto Paolo De Angelis che guida il gruppo specializzato in colpe mediche composto dai sostituti Guido Pani, Daniele Caria e Diana Lecca – vogliono accertare se la Regione abbia consentito l’apertura dei locali della Costa Smeralda nonostante fosse a conoscenza dei rischi per la salute delle persone che affollavano la meta turistica nei mesi estivi.
Al centro delle verifiche c’è il parere del Comitato tecnico scientifico che risulta allegato alla decisione del governatore Christian Solinas. Diversi consiglieri regionali di maggioranza e opposizione sentiti dai giornalisti della trasmissione di Rai3 hanno dichiarato di non averlo mai visto, pur essendo a conoscenza della sua esistenza. Mercoledì Repubblica.it ha riferito di una valutazione negativa fornita dal Cts regionale il 6 agosto: il ‘no’ sarebbe contenuto in un’e-mail inviata dagli esperti all’assessore della Sanità Mario Nieddu e al direttore generale della Sanità Marcello Tidore quando l’ordinanza di riapertura poi firmata da Solinas era ancora una bozza.
Contro la Sardegna, ancora una volta, “si è messa in moto la macchina del fango”, ha detto il presidente della Regione, in un’intervista pubblicata oggi su La Repubblica. Il presidente ha sostenuto che quel documento faceva riferimento a “linee guida” su cui stava lavorando l’assessorato della Sanità e che non c’entrava con l’ordinanza da lui firmata l’11 agosto. “Il parere del Comitato tecnico scientifico sardo c’è ed è favorevole”, si apprende dalle prime indiscrezioni da fonti giudiziarie. Emergerebbe dunque che l’ordinanza sarebbe arrivata dopo la mail favorevole di uno degli esperti che, però, avrebbe parlato anche a nome degli altri.
La procura intende ora procedere con l’ascolto di persone ritenute informate sui fatti. L’intenzione è quella di ricostruire quanto accaduto tra il 6 agosto e il giorno della firma dell’ordinanza. Tra le persone convocate, secondo l’Unione Sarda, ci saranno anche Giovanni Satta del Partito sardo d’Azione e Angelo Cocciu, capogruppo di Forza Italia. Entrambi, intervistati da Report, hanno sostenuto che in quei giorni diversi esponenti del Consiglio regionale avevano ricevuto chiamate da parte dei gestori. Secondo l’agenzia Ansa , se non dovessero emergere novità dopo l’audizione dei testi, l’indagine potrebbe poi andare verso l’archiviazione, almeno per quanto riguarda la parte sul reato di epidemia colposa. Nel frattempo la Procura di Tempio Pausania – competente per il territorio della Gallura – sta effettuando un’indagine per capire se ci sia realmente stato un incremento dei contagi così da verificare se esista un eventuale nesso di causalità tra apertura delle discoteche e diffusione dell’epidemia in Sardegna.
Ha collaborato Pablo Sole