L’Iran sta continuando ad aumentare le sue scorte di uranio ed ha già superato di oltre 12 volte i limiti fissati nell’accordo nucleare con le potenze mondiali, oltre a continuare ad arricchirlo con una purezza maggiore di quanto consentito. È quanto emerge da un documento riservato dell’Agenzia internazionale per l’energia atomica distribuito ai Paesi membri dei quali Associated Press ha preso visione. Vi si legge che al 2 novembre l’Iran aveva una scorta di 2.442 chilogrammi (5385,7 libbre) di uranio a basso arricchimento, in aumento dai 2.105 chilogrammi (4.641,6 libbre) ) del 25 agosto.
L’accordo nucleare firmato nel 2015 con Stati Uniti, Germania, Francia, Gran Bretagna, Cina e Russia, noto come Joint Comprehensive Plan of Action, o JCPOA, consente all’Iran di mantenere solo una scorta di 202,8 chilogrammi (447 libbre). Nel 2018 gli Usa si sono ritirati unilateralmente dall’accordo. La nuova amministrazione statunitense guidata da Joe Biden potrebbe avere un atteggiamento più dialogante nei confronti del paese sciita rispetto a quella del predecessore Donald Trump. L’Agenzia ha inoltre riferito che l’Iran ha anche continuato ad arricchire l’uranio fino a una purezza che raggiunge il 4,5%, superiore al 3,67% consentito dall’accordo. L’intesa promette incentivi economici all’Iran in cambio del freno al suo programma nucleare. Dopo il ritiro degli Stati Uniti e l’imposizione di nuove sanzioni, Teheran ha esercitato pressioni sui restanti paesi per ottenere migliori condizioni attraverso ripetute violazioni. Il governo iraniano ha però continuato a permettere agli ispettori dell’Aiea di accedere ai suoi impianti nucleari. L’obiettivo finale dell’accordo è impedire all’Iran di costruire un’arma nucleare, cosa che Teheran ha sempre affermato di non avere intenzione di fare.