Per evitare problemi di ordine pubblico, le discoteche potranno essere riaperte, perché sono luoghi circoscritti sui quali si può vigilare. Ovviamente dovranno essere approntate strette misure di controllo e sorveglianza. È questo, in sostanza, il concetto contenuto dell’email che l’infettivologo Stefano Vella invia nella tarda serata dell’11 agosto scorso all’assessorato regionale alla Sanità e alla presidenza della Regione Sardegna, guidata da Christian Solinas. Si tratta della pezza giustificativa – finora sconosciuta – alla base dell’ordinanza 38 con cui, alle 21.26 del medesimo giorno, il governatore sardo-leghista dispone la riapertura dei locali da ballo in tutta l’isola. Fissando regole tanto rigide quanto di difficile applicabilità. Le principali: ingressi limitati al 70 percento della capienza dei locali, balli solo all’aperto e, soprattutto, con una distanza di almeno “due metri tra utenti che accedono alla pista da ballo”.
Il parere di Vella, componente del Comitato tecnico scientifico nominato dalla giunta nel marzo scorso, arriva sulla base di una precisa richiesta inviata agli esperti del Cts poche ore prima dall’assessorato alla Sanità. Nelle stesse ore, sempre l’11 agosto, il consiglio regionale è alle prese con la riforma del sistema sanitario. Ma a fine seduta – sono le 22.26 – l’Aula trova anche il tempo per discutere e approvare un ordine del giorno che impegna la giunta, sentito appunto il Comitato scientifico, a verificare la possibilità di riaprire le discoteche. La firma dell’ordinanza però, arriva un’ora prima dell’approvazione dell’ordine del giorno. E arriva perché Solinas, evidentemente, alle 21.26 ha già in tasca l’email del professor Vella. Che firma in solitaria, pur ritenendo di “rappresentare anche il pensiero del dott. Giovanni Sotgiu”. Mancano all’appello gli altri componenti del Comitato, il virologo e accademico dei Lincei Pietro Cappuccinelli e il docente di genetica medica Francesco Cucca, mentre la posizione di Sotgiu, come visto, viene riportata per interposta persona. Ilfattoquotidiano.it ha cercato di contattare il dottor Sotgiu, ma non ha ricevuto alcuna risposta: condivideva la mail di Vella? Ne era a conoscenza?
In caso contrario, infatti, il parere inviato alla Regione rischia di apparire piuttosto parziale. Finito dritto nei faldoni sequestrati dai carabinieri, che stamane si sono presentati negli uffici dell’assessorato regionale alla Sanità dopo l’apertura di un’indagine per epidemia colposa, nata dopo un servizio di Report durante il quale diversi componenti della maggioranza di centrodestra hanno sostenuto di aver percepito “pressioni” da parte dei gestori dei locali, nei giorni in cui la giunta doveva decidere se riaprire le discoteche. “Sapevamo che i contagi salivano, abbiamo rischiato”, ha dichiarato il capogruppo di Forza Italia Angelo Cocciu. E in effetti, da isola Covid-free – al 10 agosto i casi rilevati erano appena due – una volta invasa da centinaia di migliaia di turisti, nel giro di poche settimane la Sardegna è ripiombata nell’incubo pandemia e oggi si contano centinaia di nuovi positivi ogni giorno. Numeri pesanti, che dimostrano come il sistema dei controlli sia stato un fallimento.
Eppure il via libera firmato da Vella subordinava la riapertura alla predisposizione, anche di concerto con questure e prefetture, di controlli massicci e puntuali. Solinas ne era ben conscio: “Stiamo cercando di capire, insieme e con le strutture dell’assessorato competente – dichiarava proprio l’11 agosto il governatore in consiglio regionale – se ci sia una modalità sostenibile che, integrando i controlli, ai quali dobbiamo chiamare con forza anche le altre componenti dello Stato, e cioè Prefetture, Questure, ci devono dare una mano nell’esercitare i controlli agli ingressi in maniera tale che non ci sia un rilassamento totale rispetto alle misure di sicurezza”. “Controlli? Non ci risultano, tant’è che la situazione è rapidamente degenerata – rimarca oggi il capogruppo dei Progressisti Francesco Agus – Più semplicemente l’ordinanza, molto restrittiva, non è stata applicata: è stato un liberi tutti senza regole. E su questo il presidente Solinas dovrà rendere conto in Aula. Inoltre, già il 12 agosto avevo richiesto copia del parere del Comitato e non ho mai ricevuto risposta. C’è quindi una omissione. Oppure non c’è niente di assimilabile a un parere e quindi l’ordinanza è viziata da un falso in atto pubblico. Di certo un reato è stato consumato, bisogna capire quale e perché”. Sul problema dei controlli sul rispetto delle disposizioni contenute nell’ordinanza 38 è intervenuto anche il consigliere regionale dei Progressisti Massimo Zedda. “Già ad agosto abbiamo sollecitato il coinvolgimento di prefetti, questori e forze dell’ordine che in quella fase sarebbero stati indispensabili. Lo chiedevano anche i sindaci, che in quelle ore sottolineavano la totale mancanza di controlli. Controlli indispensabili sia in caso di apertura che di chiusura delle discoteche. Sono stati sentiti?”. Poi l’affondo: “La verità è che il presidente non ha il controllo della situazione, non solo in questo caso – conclude Zedda – ma su tutta la gestione della sanità in Sardegna”.