Scontro rovente ieri alla plenaria dell’Eurocamera tra il presidente del Parlamento Europeo, David Sassoli, e l’europarlamentare tedesco del Ppe, Markus Ferber, che ha duramente contestato la decisione di chiudere l’ufficio registri del Parlamento dal 2 al 30 novembre e quindi di sospendere per gli eurodeputati la possibilità di firmare la presenza in Aula, in modo da percepire la diaria di 323 euro al giorno.
Nel corso della seduta, che per più di 20 minuti si è occupata della diaria e non dell’emergenza Covid, a più riprese Ferber ha protestato rumorosamente e interrotto Sassoli, il quale ha spiegato la necessità di fermare solo per alcune settimane l’operatività dell’ufficio registri, aggiungendo: “In questi mesi il Parlamento ha deciso di non accettare i richiami al regolamento, perché sarebbe un modo per non garantire un trattamento uguale per tutti. Caro collega, eventuali richiami al regolamento possono essere presentati per iscritto e saranno esaminati successivamente, come abbiamo fatto nelle scorse plenarie”.
La polemica, durata quasi mezz’ora, a stento è stata sedata da Sassoli, che, ripristinata la calma, ha dato la parola a Ferber. E l’europarlamentare ha ribadito: “Qui si parla di un atto legislativo importantissimo perché riguarda il Covid e quindi sarei lieto di sapere se la volontà di diversi gruppi possa essere presa in considerazione per mettere questo punto all’ordine del giorno. E’ inaccettabile quello che sta accadendo. Lei riceve una diaria, mentre noi non possiamo dire la stessa cosa. Quindi, io le chiedo di fare il suo dovere e di inserire la mia relazione per inserirla all’ordine di oggi”.
Sassoli, con un sorriso nervoso, ha replicato: “Onorevole Ferber, io purtroppo la devo deludere. Da un piccolo esame ho verificato che la sua richiesta non è mai stata ricevuta ufficialmente da nessun gruppo politico. Forse le mancava questo piccolo particolare: le richieste vanno fatte un’ora prima dell’inizio della plenaria sulla base del regolamento. Inoltre, le ricordo che la decisione sul registro delle firme è stata presa all’unanimità dal bureau del Parlamento, perché nelle ultime settimane – ha continuato – si sono verificate nell’Europarlamento centinaia di casi di contagio, tra parlamentari, collaboratori, staff del Parlamento. Soltanto nel penultimo fine settimana abbiamo avuto 171 casi di positivi. E quindi c’era la necessità di prendere una decisione per non affollare il Parlamento, proprio per proteggere la nostra istituzione e il funzionamento del Parlamento stesso. Questa decisione è temporanea, vale per alcune settimane. Ed era importante prenderla per la salute di tutti e per evitare in questo momento la chiusura del Parlamento”.