Atlantia, la società quotata che controlla l’88% di Autostrade per l’Italia (Aspi) ed è posseduta al 30% dalla famiglia Benetton, ha chiuso i primi 9 mesi del 2020 con una perdita di 718 milioni di euro. I ricavi del gruppo si sono contratti del 29% a 6,2 miliardi di euro. I debiti sfiorano i 34,5 miliardi di euro, in aumento di 1,2 mld. La perdita riconducibile alla sola Aspi è di 292 milioni, dovuta principalmente a causa del forte del calo del traffico legato alla pandemia. Secondo quanto si legge nella relazione della società il traffico è diminuito del 26% in Italia (- 80% nel solo mese di aprile) e del 30% in Spagna (dove il gruppo controlla Abertis). Pesantissime le flessioni nel traffico aeroportuale (-73%), dove Atlantia è presente attraverso la controllata Adr. Il gruppo si attende a fine anno una flessione del traffico autostradale del 30% rispetto al 2019 con una perdita di ricavi a fine anno di un miliardo di euro.
La presentazione dei dati arriva due giorni dopo l’arresto dell’ex amministratore delegato Giovanni Castellucci e delle rilevazioni dei contenuti di alcune intercettazioni. Da quanto si apprende “il Consiglio di amministrazione ha deciso di sospendere il pagamento di qualsiasi residuo importo” previsto dagli accordi siglati con Castellucci al momento della sua uscita dal gruppo. Il Cda ha inoltre “deliberato di richiedere la restituzione di quanto gia’ pagato”. In merito a tutta la vicenda il Consiglio di amministrazione ha espresso “profondo sconcerto e totale riprovazione per i comportamenti e le affermazioni emerse nell’ordinanza di misure cautelari di alcuni dipendenti di Aspi e Spea”. Le intercettazioni peraltro chiamano in causa non solo l’ex a.d. ma anche la famiglia Benetton e i suoi rappresentanti
Guardando ai prossimi passa Alantia scrive di non ritenere probabile che si arrivi ad una revoca della concessione per Aspi e ritiene ragionevolmente probabile un accordo con il Governo italiano.