Lo afferma una ricerca di EY Mobility, che ha preso in considerazione 3.300 persone in nove paesi del mondo. Quasi la metà di chi comprerà auto avrà un'età compresa tra i 24 e i 39 anni, e preferirà vetture con motori termici
A livello mondiale, a parte poche eccezioni il mercato delle quattro ruote è uscito con le ossa rotte dall’emergenza sanitaria. Ma qualcosa si muove, se è vero che è tornata la voglia di acquistare un’auto, specialmente tra i giovani.
A sostenerlo sono le risultanze della ricerca “EY Mobility Consumer Index 2020”, che ha preso in considerazione le risposte di 3.300 consumatori in 9 paesi, secondo cui gli automobilisti di età compresa tra 24 e 39 anni rappresenteranno quasi la metà (45%) dei nuovi proprietari di vetture nei prossimi sei mesi. Millenials sugli scudi, dunque.
La pandemia ha inoltre “attivato” la sensibilità verso l’utilizzo sempre più massiccio del mezzo privato rispetto a quello pubblico: quest’ultimo diminuirà del 69% nel caso di viaggi di lavoro, del 61% per il trasporto nel tempo libero ed del 53% nel caso di viaggi per motivi personali. A vantaggio, come detto, del singolo utilizzatore: il 78% degli intervistati afferma di voler utilizzare la propria auto dopo la pandemia e di questi i millennials saranno oltre la metà (52%).
Circa un terzo, poi, di chi attualmente non possiede un’auto ha intenzione di comprarne una nei prossimi sei mesi. Mentre uno su cinque di chi ne ha già una, intende comprarne un’altra. Sebbene la scelta non sia orientata verso la mobilità verde: il 71% di chi vuole un’auto nuova la cerca con motori a benzina o diesel, mentre solo il 23% opterebbe per un’ibrida e il 6% per un’elettrica.
“Un anno fa sarebbe stato impensabile di guardare ai millennials come ai principali proprietari di automobili, in particolare per quanto riguarda l’acquisto di auto non elettriche. È essenziale riconoscere che, un nuovo mercato che non esisteva fino a poco tempo fa, sta emergendo. Anche se dall’indagine emerge ancora una propensione contenuta nell’acquisto di un veicolo elettrico, questo comparto costituisce un’opportunità per tutto il mercato italiano che tuttavia ha accumulato un ritardo a livello delle nuove tecnologie rispetto ad altri Paesi. Grazie ai fondi del Recovery Fund avremo la possibilità di creare le basi su cui costruire quella che sarà l’automotive italiana dei prossimi 30 anni”, ha commentato il partner e qutomotive consulting leader di EY Giovanni Passalacqua.