“A proposito della diciannovesima assoluzione di Antonio Bassolino. Adesso che i 19 processi si sono conclusi, adesso che nessuno potrà dire che si vuole fare pressione sui magistrati, ci si può chiedere che cosa non ha funzionato?”. È la riflessione del vice vicesegretario del Pd, Andrea Orlando, già ministro della Giustizia. Il riferimento è al verdetto in appello incassato dall’ex sindaco di Napoli, ex ministro del Lavoro ed ex presidente della Campania, in un processo per presunte consulenze gonfiate. “Era l’ultima vicenda ancora da definire, e riguardava gli onorari ad un avvocato. In realtà ero già stato assolto per prescrizione ma avevo fatto ricorso perché volevo una assoluzione nel merito. Oggi la Corte di appello- aveva scritto Bassolino in un post – ha emesso una sentenza di assoluzione perché il fatto non sussiste. È dunque la diciannovesima sentenza di piena assoluzione e sono grato ai miei difensori per come mi hanno assistito in tutti questi anni. Mi fa piacere, naturalmente: per me e la mia storia, per i miei familiari, per Napoli”. Con quella di due giorni fa quindi è arriva la diciannovesima assoluzione nel merito. Molti dei processi riguardavano le presunte irregolarità nella gestione regionale del ciclo rifiuti.

“Se la vicenda avesse riguardato un professionista, un imprenditore, un semplice cittadino – prosegue – oggi le pagine dei giornali sarebbero piene di articoli che raccontano di questa incredibile concatenazione di processi, ma poiché ha riguardato un politico sono poche le testate ad occuparsi dell’argomento. Anche perché diciamolo, molti giornali, a suo tempo avevano non poco cavalcato le inchieste”. “Ma soprattutto – sottolinea Orlando – pesa e ha pesato l’antipolitica, il pregiudizio indiscriminato nei confronti di chi governa, amministra, cerca e costruisce consenso, confondendo la critica anche feroce ai comportamenti e alle scelte politiche con la sanzione penale. Si dirà che un politico deve mettere nel conto il rischio. In queste proporzioni? Per 19 volte? Giriamo la questione da un altro punto di vista. Non c’è un diritto del cittadino a vedere giudicato con equilibrio chi lo governa? Non esiste un diritto del cittadino ad essere messo nelle condizioni di vedere le cose, non dico oggettivamente ma almeno in modo non deformato?”, chiede.

“Adesso che questa vicenda si è chiusa – aggiunge -, non è davvero il caso di andare a vedere che cosa non ha funzionato nel sistema, qual è il cortocircuito che si è determinato? Si dirà, ma il pm cerca la condanna, è il suo mestiere. Non è esattamente così, perché nel nostro sistema, il pm dovrebbe raccogliere anche le prove a discolpa. Si giustifica anche così il rifiuto della separazione della carriere. Senza derby tra garantisti e giustizialisti, con la giusta distanza dai fatti, proviamo a riflettere. Senza delegittimare la magistratura ma senza nemmeno chiudere gli occhi di fronte alle criticità che una vicenda come questa ci sbatte in faccia”. Anche il segretario del Pd, Nicola Zingaretti, in un tweet ha commentato le assoluzioni: “Un grandissimo abbraccio ad @a_bassolino. 19 assoluzioni: un calvario che un leader della sinistra italiana come è lui ha affrontato con grande determinazione, dignità e rispetto delle istituzioni. Non è da tutti”.

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