Nessun italiano era mai riuscito a vincere così precocemente: ad appena 19 anni e 2 mesi. Un successo che arriva al termine di un anno che lo ha visto crescere partita dopo partita, migliorare i colpi e la tenuta mentale. Possiamo trovare il coraggio di dirlo: è un giocatore nuovo nella storia del tennis azzurro
“Non ho ancora vinto niente“. Così parlava un mese fa Jannik Sinner dopo la sconfitta al Roland Garros contro Nadal. Un cruccio che ci ha messo poco però a sistemare. A Sofia l’azzurro centra il suo primo titolo Atp della carriera, battendo l’esperto canadese Vasek Pospisil per 6-4 3-6 7-6(3). Un successo storico, nonostante la portata minore del torneo bulgaro (un 250). Nessun italiano era infatti mai riuscito a vincere così precocemente. Ad appena 19 anni e 2 mesi. Meglio di Paolo Pistolesi, che a Bari vinse a 19 anni e 7 mesi nel 1987. Un altro record per il nativo di San Candido, dopo quello di più giovane ad entrare tra i primi 50 del ranking.
Arrivata dopo aver eliminato Fucsovics, Huesler, De Minaur e Mannarino, la finale contro il 30enne nordamericano è una sfida combattuta, lottata punto su punto. L’azzurro ottiene il break già dopo tre giochi e mantiene il vantaggio fino alla fine del primo set. Un controllo della situazione che viene perso nel secondo. Avanti di un break Sinner viene rimontato e costretto al set decisivo. Qui la partita raggiunge il suo apice. Ogni scambio è lottato ma i turni di servizio scorrono regolari fino al tie-break. L’azzurro si costruisce tre match point ma gli basta il primo. Il rovescio di Pospisil è lungo.
Questo titolo di Sofia arriva al termine di un anno che ha visto Sinner crescere partita dopo partita, sfruttando a pieno l’esperienza e la consapevolezza nei propri mezzi acquisiti in un 2019 caratterizzato da tre titoli Challenger (a Bergamo, Lexington e Ortisei) e, soprattutto, dalla vittoria nelle Next Generation Finals di Milano contro l’australiano De Minaur. Ciò che stupisce dell’azzurro è la tenuta mentale e la voglia di bruciare le tappe senza porsi limiti. Un aspetto che spesso separa i grandi campioni dagli ottimi giocatori. Dotato di un ottimo servizio e di un diritto preciso, Sinner ha nella risposta e nel rovescio i suoi colpi migliori. Fondamentali che abbina a una rapidità atletica anomala per un ragazzo alto 188 cm.
Dopo la sospensione della stagione a causa dell’emergenza Covid-19, la crescita è stata esponenziale. A Roma, Sinner cambia definitivamente marcia. Batte il n. 6 del mondo Stefanos Tsitsipas e arriva agli ottavi per la prima volta, dove perde in tre set contro Dimitrov. Due settimane e al Roland Garros un altro top 10 cade sotto i suoi colpi. Stavolta è Alexander Zverev a cedere negli ottavi di finale. L’evoluzione del gioco di Sinner non è passata inosservata nemmeno ai tre padroni del tennis mondiale. Se a Parigi Nadal lo ha definito “un talento“, Djokovic ha usato, pochi giorni fa, parole ancora più importanti: “Sarà il top tra i top player”. Tra le varie investiture non poteva mancare anche quella del suo idolo d’infanzia Roger Federer, arrivata all’inizio dell’anno: “È uno spettacolo in campo. Gioca alla grande in attacco e in difesa”.
Con questo trionfo in Bulgaria l’italiano entra ufficialmente in top 40, piazzandosi al n. 37. Un trampolino di lancio importante per poter affrontare il 2021 nel migliore dei modi, provando a scalare ulteriormente la classifica. Se un anno fa lo abbiamo solo pensato e sperato, dopo questa stagione possiamo trovare il coraggio di dirlo: Jannik Sinner è un giocatore nuovo nella storia del tennis azzurro. Diverso dai grandi del passato come Pietrangeli e Panatta. E pensando anche ai vari Berrettini, Musetti e Sonego, l’Italia può davvero cominciare a pensare ad obiettivi futuri a cui non è mai stata abituata negli ultimi 40 anni.