FUNGHIPEDIA - 4/4
Quando improvvisamente riemerge il tema “funghi” a noi viene sempre in mente quel cartellone anni ’70-’80 appeso al muro con le specie “commestibili” e “velenose” che ci accompagnava nell’inesplorata terra della ricerca boschiva. Sembra preistoria, ma il micologo divulgatore Lawrence Millman ci fa capire che la “micologia è un ambito di ricerca relativamente giovane” e che “ogni regola micologica nota presenta eccezioni”. Insomma, non potremmo sostituire un risotto ai porcini con un risotto all’amanita, ma sui funghi sembra essercene ancora tanto da sapere. Funghipedia (IlSaggiatore), libello gioiosamente enciclopedico-elencativo, rigorosamente in ordine alfabetico, si ripromette di regalarvi un abc micologico giocato sul doppio registro della curiosità e della scientificità. Millman si muove concettualmente ad ampio raggio. Funghipedia, intanto, non è un libro di cucina, ma un compendio informativo che svolazza tra un finferlo e un fungo allucinogeno, tra uno shiitake (cresce nelle querce ed è facilissimo da coltivare anche in cortile, basta avere una quercia o un carpino) e un fungo vaginale o delle unghie (a proposito nel corpo umano ci sono 267 funghi, soprattutto nel tratto gastrointestinale), ricordandoci che tra uomo e fungo “c’è un corredo genetico simile”. Basta trotterellare tra le pagine del libro e si trovano cose che voi umani… Direttamente dal Guinness dei primati – chissà se esiste ancora a forma di libro? – ecco il “Prototaxites”, un fungo di 8 metri d’altezza e uno di larghezza che si pensa si fossero diffusi 400 milioni di anni fa. Di esemplari fossili attualmente a disposizione ne abbiamo ben 13. Poi si scopre alla voce Otzi che l’abitante del Neolitico rinvenuto in Tirolo nel 1991 teneva con sé ben due “polipori”: uno per presunti problemi intestinali, l’altro per accendere il fuoco. Oppure che il 60% degli yupik adulti dell’Alaska adora polverizzare un particolare fungo avvolgerne le ceneri in una foglia di tabacco e poi papparselo. Il preparato si chiama iqmik e viene messo in bocca, infine masticato. L’autore del libro però non disdegna ampie battiture per decine di funghi attorno a noi: medicinali, gelatinosi, idnoidi, lichenicoli e coprofili (sono quelli che si formano sullo sterco degli animali). Anche se sembra divertirsi molto nel raccontare gli “avvelenamenti” che hanno colpito diversi suoi colleghi nel recente passato oppure nel recuperare figure strampalate ed eccentriche del ramo micologico. Citiamo fronte/retro John Alegro e Gordon Wasson. Il primo è l’autore de Il fungo sacro e la croce (1970) , saggio in cui si avanza la possibilità che la cristianità fosse in origine un deviante culto sciamanico devoto ai funghi allucinogeni; il secondo multimilionario vicepresidente della JP Morgan attento anche lui agli allucinogeni e convinto per tutta la vita che Eva fosse stata tentata più che con una mela con un ovolo malefico. Il libro è estremamente spassoso, veloce, intrigante. Con una piccola peculiarità: le illustrazioni sono delicati disegni fatti a china. Voto (muffato): 7+