Scuole aperte in Europa. Se in Italia le superiori sono tornate da lunedì a fare lezione da casa e nelle regioni “rosse” si è passati alla didattica digitale integrata anche per i ragazzi della seconda e terza media, in molti dei Paesi del Vecchio Continente hanno scelto di non chiudere le aule di ogni ordine e grado, anche se sono dovuti ricorrere negli ultimi giorni a maggiori restrizioni che hanno cambiato la vita degli alunni.
La Spagna sposa il sistema ibrido: didattica alternata e mascherine dai 6 anni in su. Ma i contagi sono alti
In Spagna dove la situazione sanitaria è critica da settimane, le scuole sono rimaste aperte. Dopo averle chiuse all’inizio della pandemia e non averle più riaperte fino a settembre come in Italia, Irlanda, Portogallo e Lituania, a partire dal 7 di settembre, 8 milioni di alunni spagnoli sono tornati in classe e fin da subito sono stati registrati innumerevoli contagi scatenando agitazione e proteste nei confronti del piano d’azione del governo. I numeri dei casi nelle scuole sono tra i più alti in Europa. Negli ultimi giorni si contano oltre 6.200 aule in quarantena, con 27 istituti scolastici addirittura chiusi.
Nel Paese iberico con la seconda ondata vige un sistema ibrido, metà in presenza e metà a distanza, che ha scatenato le lamentele dei genitori: “Varia troppo a seconda della regione, della città, degli istituti e persino all’interno della stessa scuola”, riporta il quotidiano El Pais. In Galizia, nell’area di Valencia e in Andalusia, le proteste di studenti che vanno a scuola part-time e dei loro genitori sono arrivate fino alle porte degli istituti. Tra i più critici ci sono quelli iscritti all’ultimo anno delle superiori che temono di essere meno preparati rispetto ai loro coetanei che vanno a lezione tutti i giorni. Sebbene esista, la controversia è minore in quei territori in cui la frequenza mista è stata limitata alle scuole superiori, come Catalogna, Galizia e Isole Canarie. E maggiore nei territori che hanno optato per questa scelta in extremis, senza abbastanza tempo per prepararla.
Per il resto le misure per le scuole ancora aperte sono: mascherine se si ha più di 6 anni e norme igieniche strette che indicano di lavarsi le mani almeno cinque volte al giorno. Ogni alunno ha il compito di misurarsi la temperatura a casa o a scuola prima di entrare in classe. La linea indicata dal governo è quella di creare classi di massimo 15 alunni con ingressi scaglionati per orario, ma molte regioni (Madrid, La Rioja, Comunità Valenciana e Murcia) si preparano ad alternare forme di didattica a distanza. Nessuno che ha sintomi o che si trovi in isolamento o in quarantena per aver avuto contatti con un positivo può entrare negli edifici scolastici. Da un banco all’altro ci devono essere minimo 1,5 metri di distanza, ciascun bambino ha un posto fisso.
L’organizzazione del ministero dell’Istruzione spagnolo ha previsto anche gruppi di convivenza stabile sia alla scuola dell’infanzia che nei primi anni della scuola primaria. Anche sui mezzi di trasporto scolastici la mascherina è obbligatoria sempre a partire dalla prima elementare.
Regno Unito, tutti in presenza e nessuna misurazione della temperatura: si punta tutto sul distanziamento
Anche nel Regno Unito bambini e ragazzi di qualsiasi età continuano ad andare a scuola, senza nemmeno misurare la febbre. Nonostante il leader britannico Boris Johnson da giovedì 5 novembre fino al 2 dicembre abbia decretato un nuovo lockdown, continuano le lezioni in presenza. Il Governo ha puntato tutto sul distanziamento che dev’essere di due metri. Vietati i contatti a meno di un metro. Sulle mascherine la scelta è lasciata alle singole scuole ma, nelle zone “rosse”, sono obbligatorie anche in classe nelle secondarie. Non solo. In quest’ultimo caso vanno indossate anche all’esterno e sui mezzi di trasporto scolastici. Vietati, invece, i contatti tra classi diverse così come sono consigliati gli ingressi scaglionati. Tra le raccomandazioni quella di aprire le finestre più volte e di lavarsi le mani frequentemente.
Germania: scuole in presenza, ma ci sono 300mila alunni e 30mila insegnanti già in quarantena
Non cambia la musica in Germania dove le scuole sono ancora tutte aperte ma nelle ultime ore la situazione si è fatta sempre più critica. Il quotidiano Bild, riportando i dati dell’associazione federale insegnanti, ha scritto che ci sono 300mila alunni (su 11 milioni) e 30mila insegnanti (su 800mila docenti) in quarantena collocati in 40mila scuole.
Gli esperti tedeschi lo chiamano “lockdown-salame”, perché interessa delle parti importanti del mondo scolastico, in un Paese che ha fatto la scelta di tenere gli allievi in aula (con lezioni in presenza) il più a lungo possibile per non penalizzare lo sviluppo di bambini e ragazzi a causa della pandemia. La notizia giunge all’indomani delle dichiarazioni della ministra dell’Istruzione, Anja Karlikzek, la quale si è espressa a favore dell’uso delle mascherine in classe, anche alla primaria: una misura ancora molto discussa che, stando a un sondaggio, vedrebbe favorevole quasi la metà dei tedeschi. Fino ad oggi, infatti, in Germania la mascherina è obbligatoria per docenti, bidelli e segreteria. Per gli alunni dai dieci anni in su si deve mettere se non possono rispettare la distanza del metro e mezzo. Più rigida la misura nella zona “rossa”. In questo caso è obbligatoria per tutti: bambini della primaria, ragazzi delle medie e delle superiori.
Per il resto è impossibile entrare in classe con sintomi acuti di una malattia simile all’influenza: chi ha tosse, muco al naso, raffreddore e febbre deve restare a casa. Nelle zone verdi e arancione chi ha fino a nove anni può andare a scuola una volta passati i sintomi, mentre chi abita in zona “rossa” deve fare il tampone o presentare il certificato medico per poter rientrare. Anche in Germania è previsto il distanziamento di un metro e mezzo ma solo dai dieci anni in poi.
Francia, scuole aperte nonostante il secondo lockdown
In Francia tutto aperto, dall’infanzia alle superiori. Nonostante anche questo Paese sia in un secondo lockdown a partire dal 30 ottobre, le lezioni continuano ma con protocolli rafforzati. E la prima restrizione ha riguardato proprio le mascherine. L’annuncio dell’abbassamento dell’età minima per la mascherina da 11 a 6 anni è stato fatto dal ministro dell’Istruzione, Jean-Michel Blanquer, parlando all’Assemblea nazionale prima che questa approvasse le nuove restrizioni disposte a livello nazionale con 399 voti favorevoli e 27 contrari. La richiesta di allargare la platea è arrivata da diversi esperti negli ultimi giorni dopo la decisione di mantenere aperte le scuole. Il ministro ha spiegato che anche la circolazione degli studenti negli istituti dovrà essere limitata, mentre le ricreazioni saranno organizzate per gruppi. Come in Italia, sono le famiglie a dover misurare la febbre ai figli prima di mandarli a scuola: se supera i 38°, sia nel caso di un alunno che di un suo famigliare, lo studente deve restare a casa. Il distanziamento c’è anche all’infanzia tra classi diverse ma non nella stessa aula. Per le scuole di ordine superiore il metro è obbligatorio per tutti.