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“Hold up”, il film negazionista che piace alle attrici francesi (anche a Sophie Marceau). Cesara Buonamici le archivia così

Il film sposa la tesi secondo cui la pandemia mondiale sia stata organizzata a tavolino da governo e media. Diverse le polemiche, ma la risposta della giornalista Mediaset è perfetta

di F. Q.

Non bastavano i negazionisti di piazza, o quelli dei social, leoni da dietro uno schermo del computer. Ad aggiungersi alle file di quelli convinti che il Covid-19 sia tutta un’invenzione, o peggio un complotto, è arrivato il film francese Hold Up. Nonostante l’epidemia stia colpendo il Paese duramente, con migliaia di contagi al giorno, la pellicola della durata di quasi tre ore, realizzata grazie a un crowdfunding dall’ex giornalista di Tf1 Pierre Barnérias, abbraccia la tesi secondo cui la pandemia mondiale sia stata organizzata a tavolino da governo e media. A sponsorizzarlo, tra le altre, anche l’attrice francese Sophie Marceau, star de “Il tempo delle mele”, che ha pubblicato su Instagram una locandina del film. Un documentario che suscita polemiche, come ha ricordato Cesara Buonamici durante l’ultima edizione del Tg5, insieme alle dichiarazioni controverse di altre star francesi, come Marion Cotillard e Juliette Binoche. Minimizzazione della gravità della pandemia e rifiuto del vaccino che la giornalista Mediaset, senza lasciare spazio a ulteriori opinioni, ha archiviato così: “L’unica osservazione che si può fare è che la vita non è un film, i malati negli ospedali non sono finti e i morti sono veri”.

A far discutere in questi giorni, dopo l’uscita del documentario che sta spopolando oltralpe, è soprattutto il rilancio via Instagram di Sophie Marceau, che ha commentato con un “‘Essì’ ci chiamano inutili…”, seguito dai commenti di numerosi sostenitori che hanno definito l’attrice coraggiosa. D’altronde Marceau non è nuova a certi tipi di commenti, già alcuni anni fa si schierò dalla parte del professore Henri Joyeix, oncologo di Montpellier radiato dall’ordine per aver organizzato una petizione contro i vaccini sui neonati. Ma non solo lei. Fanno discutere, appunto, anche le tesi di altre due star, i premi oscar Marion Cotillard e Juliette Binoche, che, anche se non direttamente collegati al nuovo documentario, in questi mesi si sono spese con diversi pareri negazionisti. La scorsa primavera, in piena pandemia, Cotillard aveva scherzato sul fatto che “il cambiamento climatico” dovesse “assumere gli stessi pubblicitari del Covid”. Mentre Binoche era andata ancora oltre, scrivendo un delirante post sul Covid: “Sono operazioni organizzate da gruppi finanziari internazionali (principalmente americani), da tempo. Sono dei manipolatori (e non lo dico per paranoia!): i vaccini che stanno preparando ne fanno parte. Mettere a tutti un chip sotto la pelle: no! No alle operazioni di Bill Gates, no al 5G”. Di fronte a queste parole il commento della giornalista Buonamici sembra quanto mai appropriato: no, “la vita non è un film”.

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