Il 15 novembre lo stilista Roberto Cavalli compie 80 anni e in questi giorni sta ripercorrendo attraverso alcune interviste la sua lunga e prestigiosa carriera di artista della moda e di nostalgico di un periodo d’oro della sua vita professionale e privata che non tornerà più. Confessa di piangere spesso, di commuoversi facilmente quando la gente lo ferma per strada riconoscendogli un ruolo nel panorama della moda mondiale che è ancora suo nonostante non sia più in attività da qualche anno.

Dice che le sue lacrime sono dovute solo alla gioia e mai alla malinconia ma certamente sarà memore del fatto che nella metà degli anni 2000, dopo 40 anni di attività, la sua casa di moda ha cominciato a dare le prime avvisaglie di una crisi che si è conclusa con la cessione del 90% della proprietà al fondo Clessidra. “Non avrei mai voluto farlo ma ho dovuto” ammette con rammarico e ricorda gli anni in cui nell’azienda ha cominciato a “far entrare persone sbagliate, collaborazioni che hanno sciupato tutto”.

Tanto che, come già raccontato in questo blog, nel 2019 Roberto Cavalli ha deciso di ricorrere al concordato preventivo per giungere alla vendita della maison al magnate arabo Hussain Sajwani del gruppo di real estate Damac Properties di Dubai e nell’estate del 2020 i nuovi vertici aziendali hanno deciso di spostare da Sesto Fiorentino a Milano la storica sede con inevitabili negative conseguenze per i 170 dipendenti costretti ad adeguarsi al trasferimento o ad accettare una buonuscita – si fa per dire – di una decina di mensilità.

Quando Roberto Cavalli confida alla stampa che gli manca essere parte attiva nel panorama della moda, che vorrebbe tornare a disegnare modelli perché è ancora un vulcano di idee e nelle tendenze attuali non vede nulla di buono, probabilmente è consapevole del fatto che il suo fiore all’occhiello, il marchio da lui creato, rientra nel sempre più folto bouquet di eccellenze dell’economia italiana cedute agli stranieri. Certo Roberto Cavalli ha anche parecchi motivi per guardare al futuro vivendo con soddisfazione ciò che il destino ha ancora in serbo per lui soprattutto dal punto di vista della vita privata e noi gli auguriamo di spegnere ancora tante candeline con i suoi cinque figli avuti da matrimoni precedenti, la schiera infinita di nipoti e la giovane compagna di 45 anni più giovane che da 13 è sempre al suo fianco e non lo ha mai lasciato solo arrivando a dormire sul pavimento delle stanze d’ospedale durante i suoi ricoveri, come racconta egli stesso.

In fondo Roberto Cavalli è un uomo pronto a riconoscere i propri meriti ma anche i propri errori se pensiamo alle scuse pubbliche fatte a Chiara Ferragni dopo aver pubblicato un commento social inopportuno e livoroso in cui la criticava aspramente per aver – secondo lui – osato troppo posando per un noto brand di biancheria intima. Invidioso del fatto che quel marchio non fosse il suo e che quel reggiseno non avesse le mitiche stampe animalier dei tempi che furono? Se non fosse che nel metterci la toppa ha offeso Belen Rodriguez scrivendo che le influencer di classe e mai volgari come la signora Ferragni non devono “giocare nel campo” di Belen. In altre parole, consigliando alla moglie di Fedez e mamma di Leo di non scendere ai livelli dei reggipetti e mutandine pubblicizzati dalla bella argentina che, giustamente, è andata su tutte le furie.

Ma lui le donne le adora tutte, da Naomi Campbell a Cindy Crawford, dalle sue due ex mogli alle sue ex clienti che gli telefonano ancora per chiedergli come sta mentre legge il copione che gli hanno appena mandato dagli States con l’amata Sandra, eterna fanciulla che allieta come musica la sua esistenza. Un po’ malinconico, un po’ impulsivo, un po’ burlone tanto che una casa di produzione americana sta lavorando ad un film sulla sua vita ispirato alla sua autobiografia “Just me”. Una pellicola che certo racchiuderà “le confessioni di un ottuagenario” che ha vissuto una vita piena di soddisfazioni, lusso, donne bellissime ma anche di sofferenza e dolore come quando, a soli tre anni, il padre gli diede l’ultima carezza e gli disse di non avere paura mentre i soldati nazisti lo portavano via per fucilarlo.

Un neo ottantenne che ha sicuramente contribuito a rendere il Made in Italy un marchio prestigioso in tutto il mondo e che quando a Dubai o nella sua isola svedese incontra qualcuno che gli chiede un selfie e si professa suo ammiratore, domanda stupito alla sua dolce Sandra :”Perché la gente mi ama ancora? Non staranno tutti esagerando?”

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