Il sogno è durato 48 ore. Nel primo pomeriggio il risveglio, quando il vicepresidente della Banca centrale europea Luis de Guindos ha diplomaticamente chiuso la porta alla proposta del presidente del parlamento europeo David Sassoli di cancellare i debiti fatti dai governi per combattere la pandemia.
L’#Europa cancelli i debiti dei governi dovuti alla #pandemia, non è accettabile che ricadano sui cittadini e sulle generazioni future.
Si abbia la capacità di scelte forti, coraggiose.
Gli #Eurobond diventino permanenti, si elimini il diritto di veto!https://t.co/91rtn3pYLE— David Sassoli (@DavidSassoli) November 15, 2020
“Da un punto di vista giuridico credo che non ci siano le basi giuridiche per prevedere una cancellazione dei debiti” ha affermato de Guindos, a Sky Tg24 Economia, spiegando che, ad esempio, i trattati “vietano” alla Bce operazioni di finanziamento. Nello specifico è l’articolo 123 del Trattato che “sancisce” che le operazioni di finanziamento sono vietate da parte della Bce, ha precisato de Guindos. “La prima linea di difesa per gestire la pandemia sono le politiche di bilancio. Le misure di bilancio adottate fino a oggi sono state corrette: programmi di garanzia, moratorie, spesa aggiuntiva per la sanità e l’istruzione, gli ammortizzatori. Oltre a questo abbiamo gli strumenti paneuropei. Una volta conclusa la pandemia ci sarà un retaggio, ovvero un coefficiente di indebitamento superiore al precedente”, ha detto, sottolineando che “la sostenibilità fiscale sarà un problema una volta conclusa la pandemia, ma è un’altra questione che non ha a che fare con la cancellazione del debito”. Tiepido sull’ipotesi di Sassoli anche il commissario europeo all’economia Paolo Gentiloni che ieri, ospite dell’evento della Cgil “Futura 2020”, ha detto “Non dimentichiamo che la questione del debito per un paese come l’Italia esiste, non può essere cancellato dalla discussione: dobbiamo evitare i rischi che questa crisi porti a conseguente negative sul piano finanziario”.
Le indiscrezioni sul dibattito – Nei giorni scorsi era circolata l’indiscrezione secondo cui la possibilità di una cancellazione dei debiti sarebbe stata effettivamente discussa ai piani alti della Bce di fronte ai timori di un ulteriore peggioramento della situazione economica europea causata dalla seconda ondata dei contagi. Ma a quanto pare di sole parole si è trattato. La doccia fredda arriva nel giorno in cui la solidarietà europea accusa un altro colpo. Gli ambasciatori di Polonia e Ungheria hanno infatti posto il loro veto sul Recovery fund, complicando il percorso per l’entrata in vigore del piano di interventi europeo da 750 miliardi di euro. “Il Recovery Fund dimostra che l’Europa è tornata” aveva affermato poco prima la presidente della Bce, Christine Lagarde, all’apertura del Summit: ‘Pionieri del Cambiamentò del World Economic Forum, sottolineando che “l’Europa si sta muovendo insieme” e “la strada è stata tracciata” ma “c’è ancora molto lavoro da fare”.
Molti gli apprezzamenti tra sinistra e M5S – Sassoli era intervenuto anche sulla questione Mes e del suo mancato utilizzo da parte di tutti i paesi europei sottolineando come a suo parere “sia necessario riformarlo e renderlo uno strumento comunitario, non più intergovernativo”. Le proposte del presidente del parlamento Ue avevano raccolto in queste ore più di un apprezzamento. “Molto buona la proposta di Sassoli di cancellazione dei debiti accumulati dai governi per il Covid, di rendere permanenti gli Eurobond, di un Mes gestito dalle istit. europee, così come anche della riforma dei Trattati per eliminare finalmente il diritto di veto. Bravo David!”, ha twittato il deputato del partito democratico Emanuele Fiano. “Proposte importanti e condivisibili dal Presidente David Sassoli: cancellazione debiti per il Covid 19, Eurobond permanenti, Mes gestito dalla Commissione, eliminazione diritto di veto. Una rivoluzione per superare la crisi e creare una nuova Ue a sostegno delle nostre comunità”. Così Piero De Luca, capogruppo dem in commissione Politiche europee alla Camera, sempre su Twitter
La bad bank euroea? Vedremo… – De Guindos è parso molto cauto anche sull’ipotesi di una bad bank europea. Una struttura che dovrebbe farsi carico dell’ingente mole di crediti deteriorati (prestiti bancari che rischiano di non essere rimborsati o di esserlo solo in parte) che inevitabilmente la crisi legata alla pandemia scaricherà sui bilanci delle banche. “Per quanto riguarda la bad bank è uno strumento che è stato utilizzato in Spagna, è stato molto utile ed efficace per ripulire i bilanci della banche ma è uno strumento complesso” per cui “nel caso di una bad bank europea dobbiamo valutare molto attentamente“, ha affermato il vicepresidente della Bce ribadendo che prima “occorre completare l’unione bancaria in Europa”. Il numero due di Francoforte ha confermato che a dicembre ka Bce rivedrà gli strumenti che “abbiamo nel nostro cassetto, riceveremo le proiezioni, e saranno fondamentali quelle su inflazione e crescita”.