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Doodle di Google oggi è dedicato a Eliska Junkova: ecco chi è

La storia della pilota Eliska Junkova, oggi celebrata nel doodle di Google, è una di quelle che farebbe ribaltare ogni più vieto luogo comune

di Davide Turrini

Donna al volante altroché pericolo costante. La storia della pilota Eliska Junkova, oggi celebrata nel doodle di Google, è una di quelle che farebbe ribaltare ogni più vieto luogo comune. Nata nel 1900 nella Moravia asburgica da padre fabbro come Betke Pospiailova, Junkova divenne celebre per aver sgasato a cento all’ora con una Bugatti per almeno tre anni – 1926/27/28 – in diversi grand prix dell’epoca. Dapprima impiegata di banca, Betke incontrò quando ancora aveva 16 anni il banchiere Vincenc “Cenek” Junek. Il corteggiamento durò diversi anni, ma i due cominciarono a vivere insieme e quando nel 1922 si sposarono, Betke cambiò nome in Eliska Junkova (femminile di Junek in ceco).

La passione per i bolidi da corsa (Mercedes e Bugatti su tutti) divenne presto un affare di famiglia, tanto che Eliska prese lezioni clandestine di guida per ottenere la patente, cosa che in quegli anni non usava tra le signore, mentre il marito cominciò a correre sul serio e a vincere anche una gara ufficiale. Morale della favola: Eliska divenne meccanico ufficiale al seguito delle corse del marito e quando Vincenc cominciò a soffrire per la ferita ad una mano subita durante la prima guerra mondiale ecco il battezzo per la spericolata ragazza ceca. Nel 1924 vince in solitaria una gara che la rende una figura popolare in tutta la nazione, poi nel 1926 divenne talmente abile al volante da intraprendere gare a livello europeo ed internazionale. Nel 1928 partecipò alla Targa Florio, una sorta di Mille Miglia dei primi del Novecento, ottenendo un ottimo piazzamento finale. L’anno dopo però si ritirò dalle scene dopo la morte improvvisa del marito proprio durante una gara automobilistica, il Gran premio di Germania.

Il nome della Junkova si inserisce dietro a quello alle prime donne che sfidarono le consuetudini di genere mettendosi al volante di auto che, a loro volta, erano ancora prototipi spesso in panne o pericolosi aggeggi pronti ad uscire di strada. Tra di essi citiamo Bertha Benz, moglie del costruttore di automobili Carl, che si nel 1901 si fece un tragitto in solitaria di 100 chilometri con i 4 figli in macchina, fermandosi diverse volte per rabboccare l’acqua e cambiare pezzi di motori che si erano fusi, o la torinese Ernestina Prola, prima licenza di guida per una donna italiana nel 1907.

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