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Germania, Merkel vuole la stretta: ma i Länder rifiutano nuove misure vincolanti. Francia: “Ripreso il controllo dell’epidemia”

Quelli che la Cancelliera voleva introdurre come obblighi diventano raccomandazioni dopo le proteste delle regioni. Da Parigi il ministro della Salute è ottimista ma avverte: "Non possiamo rilassarci". Johnson annuncia il superamento della seconda ondata nel Regno Unito, in lockdown fino al 2 dicembre

Quarantena già in caso di raffreddore e limitazioni agli incontri tra persone di due famiglie diverse. Sono queste alcune delle restrizioni che il governo tedesco ha proposto ai ministri presidenti dei Länder, che si sono incontrati in video-conferenza per discutere misure più dure “perché le prime non hanno avuto gli effetti sperati sulla curva dei contagi”. Ma al termine della riunione la Cancelliera ha fatto sapere che le regioni non hanno accettato ulteriori limitazioni vincolanti sul piano giuridico. Quindi niente obblighi, solo raccomandazioni. “Non c’è ancora una svolta, ma abbiamo spezzato la dinamica dei contagi. Siamo ancora lontani dalla soglia delle 50 infezioni per 100 mila abitanti” in sette giorni, ha aggiunto Merkel.

In Francia, invece, dove la chiusura totale decisa il 30 ottobre è già più rigida, ora dal ministro della Salute, Olivier Véran, arrivano i primi messaggi di ottimismo: “Abbiamo ripreso il controllo sull’epidemia”, ha spiegato. “Chiaramente, è troppo presto per gridare vittoria e rilassarci nel nostro sforzo”, ha poi aggiunto il ministro: il lockdown francese infatti continuerà almeno fino a inizio dicembre. Ottimismo arriva anche dalla Gran Bretagna, dove il premier Boris Johnson – attualmente in isolamento per essere stato a contatto con un positivo – spiega che “il sistema di test e tracciamento sta lavorando in modo più efficace” e che il Paese sta superando la seconda ondata, sullo sfondo degli effetti del lockdown nazionale bis imposto in Inghilterra fino al 2 dicembre.

Nuove restrizioni in Germania – Il governo federale, dopo aver imposto un lockdown da cui ha escluso le scuole ma anche i negozi (dove vigono regole molto severe), voleva intervenire ulteriormente sulle possibilità di incontri fra privati. Le misure, secondo quanto anticipato dai media tedeschi, includevano l’incontro tra membri della propria famiglia con al massimo due persone di un altro nucleo. Un solo amico da vedere per i giovani nel tempo libero e incontri privati limitati a una sola famiglia. Niente feste, cene e altre occasioni di riunioni in casa almeno fino a Natale. Allo studio c’era anche l’obbligo di quarantena (di una settimana) per chi ha solamente i sintomi del raffreddore. Limitazioni agli incontri che nell’idea di Merkel dovevano essere degli obblighi e che invece, dopo le proteste dei Länder, sono diventati solo degli “inviti” alla popolazione.

Così come è stata posticipata di una settimana la decisione sulla scuola: per ora restano aperte, ma la soluzione proposta dal governo prevede l’obbligo di mascherina per gli alunni di tutte le età e ovviamente anche per i docenti. Un obbligo che dovrà valere sempre e in tutti i locali della scuola, anche durante le lezioni. Inoltre, si pensa a ridurre ancora i numeri nelle classi, dividendole in due gruppi più piccoli. Tra una settimana, in base all’andamento dei contagi, governo e Länder decideranno cosa fare.

Il nuovo piano tedesco prevede anche che le persone più a rischio per il Covid, quindi anziani e malati, possano ricevere da dicembre mascherine Ffp2 (più protettive) a un prezzo scontato. Negli ultimi sette giorni ci sono stati più di 130mila nuovi contagi in Germania. La settimana precedente, la prima in lockdown, il valore era 127mila. L’incidenza è di 157,5 nuovi contagi a settimana ogni 100mila abitanti. L’obiettivo del governo federale è avvicinarsi a un’incidenza di 50 positivi a settimana: solo allora, secondo Berlino, sarà nuovamente possibile tracciare i contatti delle persone contagiate e tenere il virus sotto controllo.

Gli effetti del lockdown in Francia – La diminuzione del numero di nuovi casi di Covid-19 e il calo del tasso di incidenza portano a “credere che abbiamo superato il picco dell’epidemia”: lo ha detto per la prima volta dall’inizio della seconda ondata il ministro francese Véran. “Grazie al lockdown, come nel mese di marzo – ha detto il titolare della Salute – il virus comincia a circolare meno da 10 giorni consecutivi, il numero dei nuovi casi diminuisce, il tasso di positività dei test e il tasso di incidenza calano”. Sono stati 27.228 i nuovi casi di positività accertati domenica Francia (il picco era stato oltre 58mila), per un tasso di positività che continua gradualmente a scendere ed è ora al 16,9%. “Riprendiamo il controllo sull’epidemia – ha continuato Véran – ma non abbiamo ancora battuto il virus“. Il numero di ingressi nei reparti di cure intensive o in rianimazione ha toccato ieri quota 270 in 24 ore, il livello più basso da 3 settimane. Nei giorni scorsi, il primo ministro Jean Castex ha però avvertito che il governo di Parigi lavora a “regole” per tenere la situazione in sicurezza fino all’arrivo di un vaccino: dopo la fine del lockdown, prevista per ora a inizio dicembre, inizialmente bar e ristoranti dovranno ancora restare chiusi.