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Migranti, il tweet (poi rimosso) dei deputati Pd per Joseph: ‘Perdonaci’. Medici senza frontiere: ‘Colpa del governo che ha fermato le ong’

I parlamentari avevano scritto un messaggio di cordoglio per il piccolo morto nel naufragio di settimana scorsa: "Il mare ha portato via con sé anche i tuoi piccoli sogni". Dopo la replica di Msf, però, il post è stato cancellato. L'ong attacca: "Non è stato il mare. È stato il governo italiano con sostegno dell’Ue a bandire il soccorso in mare lungo la rotta migratoria più letale al mondo"

È diventato un caso il tweet pubblicato (e poi rimosso) dal profilo social dei deputati Pd per Joseph, il bimbo migrante di 6 mesi morto la settimana scorsa durante un naufragio nel Mediterraneo. “Il mare ha portato via con sé anche i tuoi piccoli sogni. Perdonaci se non siamo riusciti a proteggerti“, si legge nel post, accompagnato dalla foto della bara del piccolo, seppellito oggi nel cimitero dei migranti a Lampedusa. Immediata la replica di Medici senza frontiere: “Non è stato il mare. È stato il governo italiano con sostegno dell’Ue a bandire il soccorso in mare lungo la rotta migratoria più letale al mondo”. L’ong si rivolge quindi direttamente ai parlamentari dem: “Non volete essere complici di questo orrore? Assicuratevi che l’Italia torni a coordinare i soccorsi e liberi le navi umanitarie“. Subito dopo l’intervento di Msf, il tweet dei deputati Pd è stato cancellato.

Lo scambio di battute non è passato inosservato agli utenti, che subito hanno segnalato la retromarcia dei dem. L’accusa della ong è di aver dato la colpa al “mare”, nonostante il Partito democratico appoggi il governo e non abbia ancora consentito alle navi umanitarie di tornare in mare dopo il cambio della guardia a Palazzo Chigi. Al momento l’unica imbarcazione no profit in attività è la Open Arms, la stessa che per ore l’11 novembre scorso ha lanciato l’allarme per il naufragio di oltre 100 migranti costato la vita al piccolo Joseph. A inizio ottobre Msf aveva firmato un appello insieme a Mediterranea, Sea-Watch e Open Arms per denunciare i “pretesti tecnico-burocratici” che costringono in rada “tutte le navi del soccorso civile e i mezzi aerei di monitoraggio”, mettendo l’esecutivo “in una posizione che contraddice quei principi di legalità e umanità che i suoi ministri dichiarano davanti al Paese”.