Non sappiamo a chi sia dovuto l’empasse sull’invio di Gino Strada in Calabria, da commissario o anche da medico superesperto ad operare in situazioni di emergenza, per gestire i problemi della regione con la pandemia, ma di certo sappiamo che in questi giorni Roberto Speranza, Pierpaolo Sileri e tutto il ministero si stanno giocando la faccia e parte della credibilità sinora acquisita. I silenzi del ministero a fronte, come pare, della disponibilità di Strada a prestare la sua opera, stanno diventando ogni giorno sempre più imbarazzanti.

In particolare non si capisce quale sia l’ostacolo che impedisce una scelta definitiva: se sia Sileri o sia Speranza ad indugiare visto che l’altra viceministra Sandra Zampa ha già espresso pubblicamente il suo pensiero.

Non vogliamo pensare, dopo quanto è successo e dopo la figuraccia cui si è colpevolmente esposto, che l’orgoglio ferito di Zuccatelli, le relazioni politiche o amicali della sua rete di sostegno dentro la coalizione, pur al di là di un curriculum rispettabile, possano fare velo alla lucida analisi di una situazione che necessita di interventi straordinari.

Come chiedono, al netto dei soliti provocatori, molte delle manifestazioni che in questi giorni si spostano di piazza in piazza, di città in città. Il caso Cotticelli, sommato alla clamorosa inadeguatezza della politica regionale e all’aumento vertiginoso dei ricoveri in ospedali, che già decimati da anni di tagli di posti letto oramai sono in affanno, è stata la classica goccia in un vaso già colmo.

Sulla vicenda che coinvolge un ‘fuoriclasse’ (parola di Walter Ricciardi) come Gino Strada è evidente che il ministero deve dimostrare di voler fare sul serio, guardando al di là dei percorsi già noti, e con coraggio segnare una cesura. E’ la differenza che passa tra un governo responsabile, attento, determinato e un governo pasticcione, confuso e malaccorto.

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