Il tribunale della Pennsylvania ha bloccato l’ordine di chiusura di TikTok negli Stati Uniti, in seguito a un ricorso effettuato dallo sviluppatore ByteDance. Per il momento dunque la popolare app è salva. Ora la palla passa al neo presidente USA Biden.
TikTok può tirare un sospiro di sollievo, almeno per il momento. Come riportato dal Wall Street Journal, il Dipartimento del Commercio degli Stati Uniti, infatti, ha deciso di non far entrare in vigore il divieto che – dalla giornata di ieri 12 novembre – avrebbe impedito all’app di proprietà della società cinese ByteDance di portare avanti qualsiasi attività negli Stati Uniti, se non avesse ceduto il ramo americano a società statunitensi.
Il ban sarebbe stato conseguenza delle accuse avanzate dall’amministrazione Trump contro TikTok, considerata come una minaccia per la sicurezza nazionale e una pedina nelle mani del governo di Pechino. Il divieto avrebbe così vietato ai gruppi americani di offrire servizi di hosting e di distribuzione e avrebbe portato alla cancellazione dell’app dagli store di Google e Apple.
Il Dipartimento del Commercio ha così deciso di rispettare un’ordinanza del tribunale della Pennsylvania che ne ha bloccato l’ordine di chiusura in seguito a un ricorso. “Il Dipartimento si conforma ai termini di questa ordinanza” dichiarano gli organi preposti. “Il bando è stato ingiunto e non entrerà in vigore in attesa di ulteriori sviluppi legali”.
TikTok, inoltre, aveva presentato una richiesta alla Corte d’Appello di Washington dopo non aver ricevuto alcun riscontro da parte dell’amministrazione Trump in merito alla proposta – che sembrava gradita agli USA – di vendere le attività alle società Oracle e Walmart. Un deal mai concluso.
Per il momento, la popolare app cinese può stare tranquilla ma non può di certo dormire sugli allori. La situazione è nel limbo e per questo si attendono ulteriori sviluppi in merito. La palla molto probabilmente ora passerà al presidente eletto Biden. Non è ancora molto chiara quale sarà la posizione sulle questioni riguardanti la Cina e le società cinesi. La strada scelta potrebbe essere quella della diplomazia, ma è ancora presto per dirlo.