La Sanità calabrese è nel caos e perde il suo terzo commissario nel giro di meno di due settimane. Eugenio Gaudio annuncia a meno di 24 ore dalla sua nomina da parte del Consiglio dei ministri di aver rinunciato all’incarico da nuovo commissario della Regione. L’ex rettore della Sapienza ha spiegato che dietro questa scelta ci sono “motivi personali e familiari“. In particolare, in un’intervista a Repubblica ha raccontato che “mia moglie non ha intenzione di trasferirsi a Catanzaro“. Gaudio è indagato nell’inchiesta sui concorsi all’università di Catania, ma ha negato che sia questa la ragione della sua rinuncia. A tal proposito ha replicato: “Il procuratore di Catania ha appena fatto sapere al mio avvocato che è andato a depositare la richiesta di archiviazione per la mia presunta turbativa nei concorsi”.

La carica di plenitopenziario della Sanità calabrese è diventata un caso per il governo e il ministro della Salute, Roberto Speranza, che ancora non è riuscito a trovare una figura che possa cercare di rimettere ordine nella martoriata sanità regionale e gestire l’emergenza coronavirus. Gaudio ha spiegato di aver “detto per tempo al ministro Speranza” di voler rinunciare all’incarico. Fonti del ministero della Salute smentiscono e spiegano che non c’è stato nessun colloquio tra l’ex rettore della Sapienza e il ministro Speranza. Ora si riapre il nodo della scelta di un nuovo commissario: diverse fonti di maggioranza e di governo spiegano alle agenzie di stampa che Gino Strada non sarebbe disponibile a ricoprire il ruolo. Questa ricostruzione è stata smentita dal diretto interessato, che con un breve post su Facebook ha spiegato: “Leggo da un’agenzia di stampa che non sarei disponibile a fare il commissario in Calabria. Ribadisco, perché evidentemente serve farlo ancora – ha spiegato Strada – che non ho ricevuto nessuna proposta formale e che comunicherò personalmente le mie decisioni attraverso i canali ufficiali se ci sarà qualcosa di reale e concreto da comunicare. Mi sembra – ha concluso – che la situazione sia già abbastanza difficile per i cittadini calabresi senza che diventi anche grottesca“.

“Qui non c’è da fare nomine, c’è da gestire la sanità. Basta ispettori governativi, ne abbiamo le scatole piene. Non arriva la nomina di Strada perché dovranno passare sul mio corpo per fare le nomine, non abbiamo più bisogno di commissari”, replica il presidente facente funzioni della Regione Calabria, Nino Spirlì, a La Zanzara su Radio 24. “Se arriva Strada – ha poi aggiunto – ne prendiamo atto, dopo il tris facciamo poker”. “La Calabria – ha detto Spirlì – non è l’Afghanistan, è una regione dell’Italia e come tutte le altre regioni ha il diritto di governarsi come si governano tutte le altre. Non abbiamo bisogno di missionari di nessun tipo”. Quando alla scelta di Gaudio, il governatore ha commentato: “Problemi suoi, Catanzaro è una città bella, ci vivono persone eleganti, civili e oneste”.

Tre commissari in 10 giorni – Dopo l’addio di Saverio Cotticelli, l’ex generale costretto a un passo indietro per l’intervista a Titolo V nella quale aveva riferito di non sapere che toccasse a lui attuare il piano per fronteggiare la pandemia, il governo per la Sanità calabrese aveva scelto Giuseppe Zuccatelli, uomo storicamente molto vicino a Bersani ed ex candidato per Leu nel 2018. Anche lui travolto dalle polemiche per un video del maggio scorso in cui diceva che “la mascherina non serve a un cazzo”, ha prima ritratto e poi smentito la retromarcia con un link di ImolaOggi inviato sempre alla trasmissione di Rai 3. Per sostituire Zuccatelli era emerso con insistenza il nome di Gino Strada. Alla fine però per il fondatore di Emergency il governo avrebbe preferito un ruolo da consulente esterno. “Ribadisco di aver dato al presidente del Consiglio la mia disponibilità a dare una mano in Calabria, ma dobbiamo ancora definire per che cosa e in quali termini“, ha spiegato lo stesso Strada, smentendo l’ipotesi di un “tandem“. Per il ruolo di commissario invece è stato scelto Gaudio, medico cosentino ed ex rettore dell’università La Sapienza, dallo scorso aprile anche consulente del ministro dell’Università Gaetano Manfredi. Nella maggioranza però sono emersi subito i primi malumori: “Sarà sicuramente persona validissima, ma in Calabria, per tanti differenti motivi – tra questi la necessità di combattere con radicalità la ‘ndrangheta con le sue infiltrazioni nelle aziende sanitarie – non va bene”, ha detto il presidente della commissione Antimafia, Nicola Morra.

L’inchiesta di Catania – Tra i motivi per cui soprattutto i Cinquestelle non erano soddisfatti della scelta c’era anche l’inchiesta della procura di Catania su una serie di concorsi all’Università della città siciliana. L’indagine scoppia nel giugno del 2019 ed è composta da tre filoni. Quello che coinvolge l’ex rettore si è chiuso l’estate scorsa e il 27 luglio la procura ha notificato l’avviso di conclusione indagini a 54 persone. La procura, fino a ieri sera, non aveva ancora assunto un provvedimento formale e non aveva effettuato comunicazioni all’avvocato di Eugenio Gaudio. Questa mattina invece dalla stessa Procura hanno ” fatto sapere al mio avvocato che è andato a depositare la richiesta di archiviazione“, ha raccontato Gaudio a Repubblica.

Nell’intervista al quotidiano, l’ex rettore ha sostenuto più volte come dietro alla scelta di rinunciare all’incarico ci siano motivi familiari: “Avrei voluto provare, è un impegno gravoso ma mi sono sempre messo a disposizione del servizio pubblico. Ho trovato resistenze in casa e a questo mi piego”. Gaudio ha smentito quindi che dietro la rinuncia ci siano le polemiche politiche o la lettera di Gino Strada: “La scelta è mia, non posso fare il commissario della Sanità in Calabria”. “Continuo a insegnare, un mestiere meraviglioso. I miei due corsi di Medicina. E poi sono consulente del ministro Manfredi e continuo a dirigere l’osservatorio delle scuole di specializzazione di Medicina”, ha concluso Gaudio.

Le reazioni – Poco prima dell’annuncio, il ministro Manfredi a “Un giorno da pecora” su Rai Radio 1 aveva parlato della figura di Gaudio: “È un grande professionista ed è stato un grande Rettore”, aveva detto, aggiungendo che “la scelta dei ministri competenti e del presidente del Consiglio è stata una scelta di valore“. Manfredi aveva commentato anche il coinvolgimento nell’inchiesta di Catania: “Non so, parto dal presupposto che le persone vadano accusate quando le accuse sono provate, qui stiamo parlando che non c’è stato neanche un rinvio a giudizio“.

“Via Cotticelli, via Zuccatelli, ora via Gaudio. Attendiamo se ne vada Speranza“, ha commentato il leader della Lega, Matteo Salvini. Tra i Cinquestelli invece parla Paolo Parentela, portavoce calabrese del M5s alla Camera: “Il governo non perda altro tempo e nomini un commissario alla sanità calabrese che abbia le competenze, le qualità e il coraggio per garantire ai calabresi il diritto alla salute, buone cure, legalità e trasparenza negli uffici”. Il deputato invita a “fare presto perché in Calabria la situazione sanitaria ed economica peggiora di giorno in giorno”. “Personalmente – conclude Parentela – tengo a precisare che non ho nulla contro Gino Strada, anzi, sembra che sia l’unico che ha dimostrato finora reale interesse ad affrontare questo duro compito. Il governo dia ai calabresi le risposte urgenti che meritano, compiendo scelte oculate quanto efficaci”.

“Strada? Non va bene per la Calabria”, è invece l’opinione del capo procuratore di Catanzaro, Nicola Gratteri. “So le cose straordinarie che ha fatto in Africa, ma il problema in Calabria non sono gli ospedali da campo, ma le ruberie e l’acquisto dei materiali medici. C’è bisogno di un manager, non di un medico”, ha detto ospite a Otto e mezzo su La7. “In Calabria ci sono 18 ospedali chiusi, meglio riaprire quelli. Come commissario, andrebbe bene un calabrese emigrato per fame, che ha fatto i concorsi al nord perché non ha voluto fare i concorsi deviati dalle mafie al sud, un professore universitario. Avrei un nome ma non lo dico”, ha aggiunto Gratteri.

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