I matrimoni tra persone dello stesso sesso entrano nella Costituzione del Nevada. A deciderlo sono stati i cittadini che il 3 novembre scorso, insieme alle presidenziali, hanno votato per abolire la dicitura secondo cui un matrimonio è solo fra una donna e un uomo. Una correzione storica che protegge i diritti delle nozze gay anche se la legge a livello federale dovesse cambiare. E si tratta anche della prima modifica costituzionale di questo tipo in tutti gli Stati Uniti d’America.
Rinomata a livello mondiale per i suoi matrimoni in abiti da cowboy, per un lungo periodo di tempo Las Vegas non ha potuto celebrare le nozze fra persone dello stesso sesso a causa del divieto imposto nel 2002. La svolta è poi arrivata con la decisione della Corte Suprema americana nel 2015. Ora con l’approvazione del referendum il Nevada segna definitivamente il cambio di passo: i matrimoni gay non solo possono essere celebrati ma sono tutelati dalla costituzione, stemperando così i timori della comunità Lgbtq che vede nella Corte Suprema a maggioranza conservatrice una delle maggiori minacce.
A votare a favore della modifica sono stati i due terzi dei residenti dello Stato, cioè circa il 62%: la modifica che un matrimonio avviene fra “coppie a prescindere dal loro sesso”, lasciando comunque a sacerdoti e preti la possibilità e la scelta di non celebrarli se contrari. Nonostante la Corte Suprema del 2015, all’Election Day del 2020 ancora 30 stati americani avevano nella loro costituzione clausole scritte contro le nozze gay. Il Nevada ora si sfila dal gruppo e si pone come avanguardia e apripista a livello nazionale, confermando così la sua vocazione democratica emersa negli ultimi anni.
Per tradizione uno swing state, lo stato dei casinò nelle ultime tornate elettorali ha teso la mano ai democratici e se nel 2016 seppur di misura ha sostenuto Hillary Clinton. Due settimane fa lo Stato si è espresso per Joe Biden e Kamala Harris alla Casa Bianca.